LETTURE DELLE DOMENICHE DI QUARESIMA

LETTURE DELLE DOMENICHE DI QUARESIMA 

ANNO “A”
 I testi di riflessione delle letture sono presi dal “Messalino festivo dell’assemblea” EDB.  

Mercoledì delle ceneriGiorno di astinenza e digiuno 

Gioele 2,12-18 
Un’offerta degna –
Le cavallette hanno distrutto i raccolti: il popolo ha fame, il santuario è vuoto, poiché non c’è più niente da offrire a Dio, e gli increduli sogghignano: Ma dov’è andato a finire il vostro Dio? In realtà, non c’è più il Dio bonario che identifica la sua grazia con l’abbondanza; non c’è più un “padreterno” che conserva i suoi figli in giovinezza dorata e spensierata. Ma dove l’uomo prende coscienza dei suoi limiti, dove la comunità si riunisce per offrire a Dio non primizie della terra ma il suo cuore pentito, li c’è veramente il nostro Dio, per sempre.
 

2Cor.5,20-6,1-2
Convertirsi subito –  
Capita spesso che i governanti rimandino a un “prossimo futuro” la conclusione di una trattativa di pace che s’impone come necessaria; e nel frattempo, la guerra riprende più violenta che mai. Non rimandiamo la nostra conversione: il domani non è nelle nostre mani, e corriamo il rischio di veder accendersi in noi la guerriglia interminabile del compromesso e del doppio gioco. Dio non si presta ad essere preso in giro; perdona i peccati, ma vomita i tiepidi (Ap 3,16).
 

Mt 6,1-6,16-18
L’ipocrisia religiosa –
Questi tre testi, sulla preghiera, sull’elemosina e sul digiuno, ci pongono la medesima domanda: la nostra pietà è fatta per essere vista dagli uomini o da colui che vede nel segreto? Cristo denuncia l’ipocrisia religiosa, il comportamento che vuole far colpo, gli atteggiamenti teatrali che cercano l’applauso e l’approvazione. “Ipocrita”, in greco, significa: un commediante che porta una maschera. E’ solo teatro e spettacolo, senza convinzione. Il vero discepolo non serve se stesso o il “pubblico”, ma il suo Signore, nella semplicità e nella generosità.
 

ORAZIONE.

O Dio, nostro Padre, concedi, al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male. Per il nostro Signore…  Amen


 
 Prima Domenica di Quaresima 

Genesi 2,7-9;3,1-7
Il primo peccato –
il peccato di Adamo e di Eva non è il primo peccato dell’uomo: è anche l’unico peccato possibile simbolo di tutti gli altri commessi nel corso dei secoli. Il racconto biblico usa delle immagini popolari, che a noi risultano un po’ strane e difficili, per spiegarci il dramma della condizione umana: l’uomo nasce dalla terra, ma è animato dal soffio divino. Per i doni superiori che ha ricevuto, crede di poter fare da solo, come se si fosse costruito da solo e fosse lui il padrone di se stesso e del creato. Ad ogni istante della sua storia, l’uomo è tentato di isolarsi in questo modo dalla vita di Dio.
 

Rm 5,12-19
Un nuovo capo –
Quando in un paese cambia il regime, ci sono sempre quelli che si aggrappano disperatamente al regime passato, e quelli che collaborano decisamente col nuovo. L’umanità ora ha un altro capo. Il vecchio Adamo ha perduto il suo potere; la sua legge, che si fondava sulla ribellione a Dio e portava alla morte, è stata abolita. Il potere è ora nelle mani di Cristo, che ha vinto la morte. Una nuova solidarietà ci unisce a Dio, nella giustizia e nella grazia. Coloro che accettano il nuovo capo e la sua legge, passano dalla morte alla vita.
  

Mt 4,1-11
Una tentazione ricorrente –
Se vuoi vedere il diavolo, guardati allo specchio. Se vuoi vederlo all’opera, esamina come ti comporti con Gesù di Nazaret. Anche noi, come satana, vogliamo fare di Gesù un mago onnipotente, capace di trasformare le pietre in pane e di volare. E’ una tentazione che sottovaluta l’incarnazione di Cristo. Gesù, accettando la vita umana con tutte le sue conseguenze, ha insegnato che la nostra vita vale la pena di essere vissuta così come è, senza pretendere d’essere degli angeli e dei mandrake superiori a tutti i limiti imposti alla natura umana. L’unica vera vittoria, possibile per l’uomo, è quella dell’amore sull’odio, del bene sul male.
  

ORAZIONE.
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, congedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per il nostro Signore… 

Seconda Domenica di Quaresima
 

Genesi 12,1-4°
L’esempio di Abramo –
Abramo abbandona la sua città, che era una delle più fiorenti del tempo; abbandona i parenti e la religione dei padri; rompe i legami più forti e si getta nell’avventura, incontro al rischio, come tutti gli emigranti. Dio sceglie in lui un uomo “disponibile”, vuoto del passato e di se stesso, per rinnovare il dialogo interrotto dal peccato, e dare inizio alla vita di un popolo santo, che avrà il compito di preparare la strada al salvatore, a colui che benedirà “tutte le famiglie della terra”.
 

2Tm 1,8b-10
Ci ha amati per primo –
L’iniziativa è sempre di Dio, sia che si tratti di creare il mondo, o di chiamare l’uomo alla vita, o di salvarlo dopo che si è smarrito. Anche la fede è un dono di Dio, una sua iniziativa, e in un secondo momento è la risposta dell’uomo. Questo è precisamente il senso del tempo di quaresima: l’invito a ravvivare la nostra conversione, coscienti di quello che Gesù ha fatto per noi.
 

Mt 17,1-
9 Il Tabor e il Calvario –
Gesù ha annunciato agli apostoli la sua prossima passione e morte; ma loro non hanno compreso, non hanno voluto comprendere. La trasfigurazione ha lo scopo di confermare con potenza quella previsione, e di anticipare nello stesso tempo la passione imminente. “E’ mio Figlio, in lui ho riposto tutto il mio amore, ascoltatelo, credete a quello che vi ha detto”. In realtà, la morte di Cristo dovette essere la cosa che più ripugnava alla fede degli apostoli, e aveva bisogno di una conferma. Qui sul Tabor, Gesù non è diverso da quello che sarà sul calvario: cioè la somma dell’amore di Dio, la , la parola che viene dall’alto, l’annuncio di una vittoria sulla morte che sconvolgerà tutta la storia dell’uomo.
 

ORAZIONE.
O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito perché possiamo godere la visione della tua gloria. per il nostro Signore…   

Terza Domenica di Quaresima
 

Esodo 17,3-7
Il deserto fiorirà –
Il deserto per gli ebrei, è sempre stato un luogo di prova per la loro fede. Dio li ha forse liberati dall’Egitto per farli morire di sete nel deserto? Nel colmo della sofferenza è facile, anche per noi, mormorare contro Dio, perdere la fiducia che avevamo riposta in lui, e usare quel po’ di fede che ci rimane per pretendere da lui un miracolo. E’ una tentazione abbastanza frequente, sia nel dolore dei singoli che nei disastri collettivi. Ma siamo richiamati costantemente a una fede che nessun avvenimento possa far vacillare.
 

Rm 5,1-2.5-8
Dio non ci abbandona –
L’uomo non può smettere di sperare, per piccole che siano rimaste le sue speranze, e anche se la vita non lo stimola all’ottimismo. Il fondamento della speranza cristiana è solido: noi resistiamo all’angoscia e all’incertezza della vita, perché Dio ci ama. Questa convinzione si basa sulla prova di amore che il Cristo ci ha dato morendo per noi. Così la speranza diventa la nostra forza; è la certezza che colui che si è seduto a tavola coi peccatori dà più importanza al nostro amore che non al nostro peccato.
 

Gv 4,5-42
La risposta a tutte le esigenze –
Gesù sconvolge la vita e la sicurezza della samaritana, presentandosi come la vera ricchezza dell’uomo, e dando una risposta sicura a tutte le sue più profonde esigenze. Egli è la vera acqua che dona la vita; e possiede un cibo che non verrà mai meno,la comunione col Padre; anzi è lui stesso questo cibo. Anche la problematica religiosa ha in lui una soluzione definitiva e quanto mai affascinante, come liberazione da tutti i tabù e i conformismi religiosi: d’ora in poi la vera religione sarà quella del cuore, ognuno sarà in grado di appartenervi e di praticarla se è fedele non allo spirito del mondo, ma allo Spirito di Dio.
  

ORAZIONE.
Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio,, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. 

Quarta Domenica di Quaresima
 

1Samuele 16,1b.4.6-7.10-13°
La scelta di Dio –
La storia parla di due unzioni  di Davide, una da parte degli uomini del sud, l’altra da parte degli uomini del nord (2Sam 2,4;5,3). Per motivi politici le tribù hanno scelto Davide come re. Ma anche Dio è presente nella storia: per stabilire appunto la scala dei valori e dare la priorità Dio, l’autore di questo racconto immagina una terza unzione. Egli la pone nell’epoca in cui Davide è ancora ragazzino, l’ultimo dei suoi fratelli, che ha soltanto il diritto di tacere in mezzo a persone più grandi di lui. L’uomo guarda all’apparenza, Dio guarda al cuore.
 

Ef 5,8-14
Svegliatevi dal sonno –
San Paolo ci presenta in questa lettura la dottrina del battesimo e le conseguenze dell’appartenenza alla chiesa. La luce di Cristo ha sfondato le tenebre; gli uomini sono stati illuminati, non camminano più a tastoni, sanno dove portano i loro passi. La via della luce è necessariamente una via “di bontà, di giustizia e di verità”. Ma nel  bel mezzo di una luce sfolgorante, quante volte ci addormentiamo, e preferiamo l’angolo buio per non essere smascherati!
 

Gv 9,1-41
La fede messa alla prova –
Un cieco dalla nascita: uno di quei casi davanti ai quali l’uomo lascia cadere le braccia. Gesù invece lo guarisce. La fede del cieco però è molto insicura; non sa chi l’abbia guarito, e l’ambiente religioso in cui vive non l’aiuta a riconoscere, ringraziare e seguire quel Dio dal quale ha avuto tutto. La sua fede, per affermarsi, ha bisogno proprio di uno scandalo religioso; dopo lo scandalo nel quale si viene a trovare, Gesù gli si rivela e porta la sua fede alla pienezza. E la nostra fede, a che livello si pone? Confonde ancora gli alberi con le persone? Siamo anche noi di quelli che preferiscono non porsi dei problemi? Siamo schiacciati e condizionarti dallo scandalo delle istituzioni, oppure seguiamo il Signore con semplicità di cuore, in rendimento di grazie?
  

ORAZIONE.
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la nostra redenzione, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina. Per il nostro Signore…   

Quinta Domenica di Quaresima
 

Ezechiele 37,12-14
Colui che dona la vita –
Lo Spirito di Dio, che ha fatto nascere dall’argilla un uomo vivente, si dona a un popolo schiacciato dal dolore dell’esilio e dell’oppressione, per farlo vivere liberato, nella gioia. E’ il segno di un’altra liberazione ben più importante e universale, con la quale Dio interverrà in favore dell’umanità: la vittoria sulla morte, realizzatasi in Cristo e promulgata per ogni uomo.
 

Rm 8,8-11
La vita avrà il sopravvento –
La “carne” e “le opere del corpo” sono il simbolo del nostro egoismo, contro il quale san Paolo ci mette in guardia. Ma talora la stanchezza ci afferra: a che scopo lottare così all’infinito, senza respiro? L’apostolo ci ricorda la ragione di questa lotta, che va combattuta ogni giorno: la forza di Gesù risorto è con noi; egli, vincendo la morte, ci aiuta ad affrontare ogni stanchezza e pessimismo.

Gv 11,1-45
Faccia a faccia con la morte –
Dopo i racconti della samaritana e del cieco nato, ecco la terza narrazione costruita sul medesimo schema: un dialogo dal duplice significato, in cui sonno e risveglio designano la morte e la risurrezione. Ognuno di questi racconti pone in evidenza il fatto che Gesù nel battesimo si presenta come la sorgente d’acqua viva, la luce, la vita. Accanto a questo significato battesimale, il racconto di Lazzaro sviluppa, più chiaramente degli altri, il tema pasquale. La passione si profila all’orizzonte (“Andiamo a morire con lui”); la morte viene incontro a Gesù nella persona dell’amico, ed egli ne resta turbato; ci sono le lacrime di Marta dinanzi alla tomba e, infine, il ritorno alla vita. Tutti questi particolari annunciano in modo evidente l’imminenza della morte e della risurrezione di Gesù.
 

ORAZIONE.
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli è Dio…   

Domenica delle palme
   Non si tratta di una ricostruzione folkloristica dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, ma di un’azione liturgica che apre la celebrazione annuale della pasqua. Professione di fede che si esprime attraverso il gesto prima ancora che attraverso la parola, questa processione afferma che, andando incontro alla morte Gesù inaugura il suo ritorno nella gloria del Padre. Nella celebrazione delle diverse tappe, non dovremmo perdere di vista questa globalità dell’itinerario pasquale.   

Processione delle Palme:  
  

Mt 21,1-11 
Una liturgia senza etichette –
Il cerimoniale dell’ingresso di Gesù nella città come trionfatore è una sfida alle leggi dell’etichetta: egli avanza seduto su un asinello, in mezzo alla calca e al baccano. Così si presenta al suo popolo il re dolce e mite, che vuole servire e non farsi servire. E se noi ripetiamo in ogni messa l’osanna di quel popolo, dipende dal fatto che il Signore viene a noi sotto forme ancor più semplici: il pane e il vino, sostegno della nostra vita quotidiana. Il nostro Dio cura il suo prestigio, nascondendosi.
  

Alla Messa: 

 
Isaia 50,4-7 La via della non violenza – Il profeta, perseguitato dai suoi compatrioti, impara da Dio come reagire: con la forza della non violenza. Egli affida la sua difesa a Dio stesso, poiché è proprio a causa sua che sta soffrendo. Così sarà di Gesù Cristo, il quale accoglierà ingiurie, affinché il cuore dell’uomo sia purificato dall’odio. 

Fil. 2,6-11
Un fallimento per la gloria –
Paolo illustra, in questa lettura, il tema centrale dell’incarnazione: Dio che si fa uomo, e giunge alla gloria attraverso l’umiliazione. Questo non è un “turismo in terra” da parte di Dio; non è che Dio si prenda il lusso di fare un’esperienza fra gli uomini. E’ ben diverso il messaggio di  questo inno, caro alle primitive comunità cristiane: il vangelo intende come successo il condividere una vita umiliata fino all’oppressione, un cammino fatto in compagnia dei piccoli, dei poveri, degli oppressi. E’ proprio questo il significato della storia della salvezza: Adamo, volendosi fare uguale a Dio, giunge al fallimento; Gesù segue il cammino inverso.
 

Mt 26,14-27,66
La passione secondo Matteo –
Il primo vangelo sottolinea soprattutto due aspetti della passione: in quanto rivelazione dell’amore di Dio, essa rientra nel disegno di Dio sull’uomo; in quanto processo obbliga la coscienza a una scelta, e ha come conseguenza la rottura definitiva fra il mondo giudaico e i cristiani. Quanto al primo aspetto (l’insuccesso fa parte del piano di Dio) Matteo vuol convincere i cristiani, nati dal giudaismo, che il piano di Dio sull’uomo si realizza attraverso il servo sofferente, non attraverso il re della gloria. La morte violenta di Gesù attua ciò che i profeti avevano presentito: l’umanità nuova si fa giocando la propria vita, non regnando. In secondo luogo, Matteo vede nella croce la fine dell’era antica e l’inizio della nuova alleanza. Il velo del tempio che si squarcia esprime questa spaccatura definitiva nel tempo, e la fede del centurione pagano è presentata in contrasto con l’incredulità dei giudei: le nazioni entrano nel regno nel momento in cui Israele ne esce.
  

ORAZIONE
Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fà che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio…   

SACRO TRIDUO PASQUALE  


Giovedì santo
 

Esodo 12,1-8.11-14
La cena degli ebrei –
Gli ebrei hanno fretta, nella celebrazione della pasqua, perché la compiono nella clandestinità; hanno fretta di finirla con delle condizioni sociali esecrabili, in un regime politico ingiusto; hanno fretta, perché la polizia egiziana rischia di interrompere questa cena prima del suo termine e di distruggere il significato. Anche Gesù si affretterà a terminare la sua cena, prima che le guardie vengano a interromperla. Ogni volta, questa tavola dovrebbe riunire la propria tranquillità. E soprattutto, ogni volta, questa cena pasquale è la festa di un popolo che gioisce per una libertà che è ad un tempo dono di Dio e compito permanente di ogni battezzato. 

1Cor 11,23-26
Annunciare la morte del Signore –
L’apostolo Paolo ci riferisce il racconto dell’istituzione dell’eucaristia presentandola come la nuova pasqua, in sostituzione di quella ebraica. Gesù è il vero agnello pasquale, che si è immolato per noi. Partecipando al suo sacrificio, abbiamo di fronte tutta la storia dell’amore di Dio per noi, e ne facciamo un pane quotidiano che ci sostiene nell’amore fraterno sino al ritorno del Cristo nella gloria. 

Gv 13,1-15
Sono venuto a servire –
Il presidente dell’assemblea cristiana può avere la tentazione di confondere la sua funzione con gli onori che lo circondano. Gesù ha voluto mettere in guardia i suoi con la parola e l’esempio: “Chi è il più grande fra voi diventi il più piccolo, e chi governa come colui che serve” (Lc 22,26). Noi siamo discepoli di un Dio che ha scelto di prendere, a tavola, il posto delo schiavo, e sceglie la morte dello schiavo. Non potremo partecipare alla passione di Cristo senza rivestire a nostra volta il grembiule del servitore. 

ORAZIONE

O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena nella quale il tuo unico Figlio, prima di consegnarci alla morte, affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore, fà che dalla partecipazione a così grande mistero attingiamo pienezza di carità e di vita. Per il nostro Signore…

A: Amen

   

Venerdì santo – 
giorno di astinenza e digiuno
 

Isaia 52,13-53,12
Il servo sofferente –
Se un uomo soffre, pensavano gli ebrei, non può essere che a causa dei suoi peccati. Ecco invece che Dio anziché punire il servo sofferente, lo esalta, al di là e al di sopra di tutte le sue sofferenze. E’ il segno che era innocente; anzi la sua sofferenza prende un altro significato: espia i peccati degli altri, i nostri e quelli della moltitudine. Inoltre, dà alle sofferenze la loro vera dimensione: nessuna di esse è perduta o inutile: Gesù la ha tutte valorizzate, prendendole sopra di sé.
 

Eb 4,14-16;5,7-9
L’obbedienza che ci salva –
Il salvatore che oggi onoriamo non ha niente di straordinario. E’ un uomo che soffre, divorato dall’angoscia, torturato e beffeggiato, provato in tutto, come noi. Non solo egli non ha evitato questa vergogna e questa morte, ma le ha volute e accettate. Ogni uomo può partecipare al venerdì santo, con le sue umiliazioni e sofferenze. Dinnanzi al volto di Cristo, nessun povero si vergogna della propria miseria. Gesù ci insegna che la salvezza non consiste nell’elevarsi al di sopra della condizione umana, ma piuttosto nell’accettarla, lottando per far sbocciare un’umanità capace di amare.
 

Gv 18,1-19,42
La passione secondo Giovanni –
Nel racconto della passione, Giovanni pone di continuo la domanda che ritroviamo in tutto il suo Vangelo: chi è Gesù? (cf. 18,4-7; 19,9).La risposta qui è quanto mai decisa: Gesù è Dio. I giudei, venuti per arrestarlo, immediatamente indietreggiano e cadono come davanti alla divinità. Gesù non ha più bisogno, nel processo, di testimoni umani: solo il Padre gli rende testimonianza, e questo basta. Preoccupato di rivelare tutti gli indizi della divinità di Gesù, Giovanni abbrevia la descrizione delle sofferenze e la relazione delle varie vicende. Una sola cosa conta ai suoi occhi: con la morte dell’uomo-Dio è giunta l’ora in cui l’umanità può realmente accedere alla comunione con Dio. La morte di Gesù non è una fine; essa inaugura, al contrario, la presenza del Signore nella sua Chiesa e nel mondo.

PREGHIERA

Ricordati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

  

Veglia Pasquale
  

Prima Lettura
      Genesi 1,1-2-2 Il racconto della creazione – Nel momento in cui l’uomo domina sempre più l’universo, e in cui aumenta la sua angoscia dinnanzi all’esistenza, questo poema della creazione può sembrare ingenuo. Certamente non si tratta di una descrizione storica o scientifica, ma di una celebrazione della nascita del mondo mediante la parola dell’unico Creatore, e ci rivela lo sguardo ottimista di Dio sulla sua opera. Questo testo raggiunge il suo culmine nella creazione dell’uomo e della donna: il tono si fa allora più solenne, e i due appaiono come l’immagine del Dio creatore. La creazione è uscita da Dio; ma Dio si è suscitato un collaboratore. L’uomo riceve dalla mano di Dio tutte le ricchezze della creazione, per costruire questo mondo insieme con lui.
 

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, ammirabile in tutte le opere del tuo amore, illumina i figli da te redenti perché comprendano che, se fu grande all’inizio la creazione del mondo, ben più grande, nella pienezza dei tempi, fu l’opera della nostra redenzione, nel sacrificio pasquale di Cristo Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
 

Seconda Lettura
   Genesi 22,1-18 Dio ci libera dalla morte – Come può un padre pensare che Dio gli chieda di uccidere il proprio figlio? L’atteggiamento di Abramo non è strano, se pensiamo che i sacrifici di bambini erano comunemente preticati in quei tempi. Ma Dio salva Isacco per mostrare al suo popolo che lui condanna certe pratiche. Tuttavia, lascia che Abramo giunga sino al limite della prova: l’erede che Dio gli ha dato, Abramo accetta di perderlo0, per riceverlo una seconda volta dalla mano di Dio. La sua fede raggiunge qui il culmine: è pronto a donare quanto ha di più caro. Questo sacrificio, che Dio ha voluto da un uomo, l’ha compiuto egli stesso per noi, donandoci il suo unico Figlio Gesù.
 

Preghiamo.
O Dio, Padre dei credenti, che estendendo a tutti gli uomini il dono dell’adozione filiale, moltiplichi in tutta la terra i tuoi figli, e nel sacramento pasquale del Battesimo adempi la promessa fatta ad Abramo di renderlo padre di tutte le nazioni, concedi al tuo popolo di rispondere degnamente alla grazia della tua chiamata. Per Cristo nostro Signore.
 

Terza Lettura
       Esodo 14,15-15,1 La storia e la leggenda – I fatti più importanti della vita di una nazione, anche se rigorosamente storici, sono spesso oggetto di amplificazione epiche, allo scopo di renderli eterni. E ogni popolo che raggiunge l’indipendenza, canta le sue epopee, celebra i suoi eroi, ne descrive le gesta ingrandendo a volte i particolari più pittoreschi, affinché di anno in anno la festa nazionale abbia il suo pieno significato. Così avvenne per Israele; il racconto della sua liberazione assume un tono miracoloso, poiché tale libertà è stata raggiunta con la collaborazione di un alleato prestigioso, Dio stesso.
  

Preghiamo.

O Dio, tu hai rivelato nella luce della nuova alleanza il significato degli antichi prodigi: il Mar Rosso è l’immagine del fonte battesimale e il popolo liberato dalla schiavitù è un simbolo del popolo cristiano. Concedi che tutti gli uomini, mediante la fede, siano fatti partecipi del privilegio del popolo eletto, e rigenerati dal dono del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore.
 

Quarta Lettura
     Isaia 54,5-14 Dio torna a cercarci – L’uomo aveva voluto radiare Dio dalla sua memoria, rifare da solo la sua vita riprendersi la sua libertà. Dio ha mille ragioni per essere adirato con lui, ma viene a cercare la pecorella smarrita. “Felice colpa”, che ha permesso di spezzare i legami superficiali e di scoprire l’interiore profonda attrattiva verso Dio: “Che sarei senza di te? Io sono stato generato dalla tua parola”. Veglia pasquale: incontro di antichi innamorati, rivelazione folgorante che si è fatti per l’altro, e tutti siamo fatti per Dio.
 

Preghiamo.
O Dio, Padre di tutti gli uomini, moltiplica a gloria del tuo nome la discendenza promessa alla fede dei patriarchi, e aumenta il numero dei tuoi figli, perché la Chiesa veda pienamente adempiuto il disegno universale di salvezza nel quale i nostri padri avevano fermamente sperato. Per Cristo nostro Signore.
 

Quinta Lettura
     Isaia 55,1-11 Dio si fa dono – Con quest’ultimo oracolo, il profeta Isaia conclude e riassume in un appello pressante il messaggio del suo libro: andiamo al Signore, lui solo può saziare la nostra sete. L’alleanza eterna, già promessa a Davide, ma portata alla dimensione del mondo, sarà definitivamente suggellata in un banchetto (immagine profetica della felicità futura), al quale siamo gratuitamente invitati. Mediante l’eucaristia e il battesimo, la chiesa ci offre il dono di Dio, che sarà “tutto in tutti” mediante lo Spirito.
 

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, unica speranza del mondo, tu hai preannunziato con il messaggio dei profeti i misteri che oggi si compiono; ravviva la nostra sete di salvezza, perché soltanto per l’azione del tuo Spirito possiamo progredire nelle via della tua giustizia. Per Cristo nostro Signore.
 

Sesta Lettura
       Baruc 3,9-15.31-4,4 Camminare nella luce – Abbagliati dalla filosofia greca, gli ebrei, rimasti in mezzo ai pagani, dubitano della superiorità della loro fede: “Cosa abbiamo noi più degli altri?”. Noi, risponde Baruc, non ci accontentiamo di cercare la saggezza: la sapienza, che è Dio stesso, ha abitato in mezzo a noi. Dispersi fra le genti, i cristiani lottano come tutti; non hanno che un vantaggio: il fatto di conoscere Gesù Cristo. Egli è il nostro rimprovero vivente: poiché mentre proclamiamo che un uomo ha superato i confini della morte con la risurrezione, rischiamo poi di scoraggiare gli uomini che lottano per un avvenire migliore.
 

Preghiamo.
O Dio, che accresci sempre la tua Chiesa chiamando nuovi figli da tutte le genti, custodisci nella tua protezione coloro che fai rinascere dall’acqua del Battesimo. Per Cristo nostro Signore.
 

Settima Lettura
   Ezechiele 36,16-28 Sia santificato il tuo nome- Quando gli ebrei, incapaci di conservare la loro unità e gli ideali dell’alleanza, furono dispersi e deportati, la loro fede perdette tutto il suo credito e i pagani sogghignavano: “Dov’è il loro Dio?”. Così se i cristiani si corrompono, se i loro pastori tradiscono il vangelo, non si tarda a concludere: Dio è morto. Ma Dio santificherà il suo nome, gli ridonerà splendore. Dal fallimento sorgerà una restaurazione insperata e inattesa; un’effusione del suo Spirito trasformerà i cuori sino al punto che i pagani, meravigliati, capovolgeranno la loro impressione: “Il vostro Dio è davvero sorprendente!”.
 

Preghiamo.

O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta, volgi lo sguardo alla tua Chiesa, ammirabile sacramento di salvezza, e compi l’opera predisposta nella tua misericordia: tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova, e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo del Cristo, che è principio di tutte le cose. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
  

Epistola
    Romani 6,3-11 La nascita dell’uomo nuovo – Il battesimo richiama il gesto dell’immersione. Per san Paolo, ciò che viene così inghiottito dall’acqua è un’umanità superata, dominata dal peccato. Il modello di questo uomo vecchio è Adamo (Rm 5), e Gesù, mediante la propria morte, l’ha ormai sepolto. L’acqua del battesimo richiama inoltre l’idea di rinnovamento e di effusione dello Spirito, che ci viene dato in Gesù Cristo. Come il mondo (Gn 1) è sorto dall’acqua e dalle mani di Dio, dal battesimo nasce un’umanità nuova il cui modello è Gesù Cristo, il nuovo Adamo. Quest’umanità non è più soggetta al peccato e alla morte, ma, come Cristo risorto, si nutre di grazia e di vita.  

COLLETTA
O Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della risurrezione del Signore, ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione, perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell’anima, siano sempre fedeli al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo…   

VANGELO
 Anno “A” 

Matteo 28,1-10
Il primo giorno della nuova creazione –
Ecco l’alba di una nuova era del mondo; il grande giorno annunciato dai profeti è giunto, e viene sottolineato da una descrizione simbolica: la terra trema, la luce è abbagliante; l’uomo vecchio, che non si adegua a questa trasformazione, è perduto, mentre l’altro, che l’accoglie, è invaso dalla gioia. L’evento esplode nonostante le preoccupazioni: Dio infatti sa aprirsi una strada là dove tutte le uscite sono state sbarrate. Persino le tombe si aprono. Credere nell’evento della pasqua è credere nella vita. Una vita che si è manifestata nel Crocifisso, la prima domenica della nostra era, allo spuntar del sole.
 

ORAZIONE

O Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della risurrezione del Signore, ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione, perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell’anima, siano sempre fedeli al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

     

DOMENICA DI PASQUA: ALLELUJA!!!
   

Messa del giorno 
 

At 10,34.37-43
Noi ne siamo i  testimoni –
Il messaggio centrale della predicazione apostolica è sintetizzato nell’affermazione che Gesù di Nazaret, che i giudei avevano crocifisso, Dio l’ha risuscitato e gli apostoli possono testimoniarlo. Questo afferma san Pietro davanti alla famiglia pagana di Cornelio, per condurla alla conversione e al battesimo. Dal momento in cui Cristo è risorto, non è più il messia di un piccolo popolo, ma dell’intera umanità; e i cristiani, come i profeti e gli apostoli, ne devono rendere testimonianza attraverso una vita rinnovata e aperta al mondo.
 

Col 3,1-4
E’ sempre pasqua –
“Riconosci, o uomo, la tua dignità”. Tu vali più di quanto non sembri. La tua vocazione alla felicità non sarà realizzata che nell’ultimo giorno; ma fin da ora il Cristo la va disegnando in te: tu vivi col Risorto. La pasqua c’impegna costantemente a dar prova di questa gioia, segno della vita nuova che Gesù ci ha procurato.
 
Oppure: 1Cor 5,6b-8 La nostra pasqua – La festa di pasqua acquista il suo vero significato solo se la nostra vita se ne sente radicalmente trasformata, se rinunciamo davvero al peccato. Per spiegare questa verità fondamentale, Paolo ricorre a un paragone, quello del pane azzimo. L’immagine non è tanto chiara per noi come lo era per i primi cristiani. Per comprenderla, occorre ricordarsi che nella notte di pasqua gli ebrei spazzavano accuratamente la loro casa, per togliere ogni traccia di pane lievitato, segno d’impurità; in secondo luogo, il pane pasquale doveva essere azzimo, senza lievito, segno e profezia della “novità” operata nel mondo della potenza di Dio.  

Gv 20,1-9
La scoperta di Gesù risorto –
La speranza di Maria, di Giovanni e di Pietro è messa a dura prova dal sepolcro vuoto. Essi cercano la presenza, ma fanno la dolorosa esperienza dell’assenza. La loro fede nel Risorto nasce inizialmente da uno sbigottimento, da una delusione, da un fatto inatteso. Molti uomini contemporanei rifanno, con stupore ed emozione, il medesimo pellegrinaggio; e poiché a poco a poco l’idea di Dio si dissolve in loro, esclamano: Dio è morto. I cristiani contemplano la tomba di Cristo; ma con Maria, Giovanni e Pietro, riconoscendo che il sepolcro è vuoto, imparano che Dio è al di là di ogni aspettativa, imprevedibile e sconcertante.
 

Per la Messa vespertina
 
Lc 24,13-35 Lo riconobbero nello spezzare il pane – Questo racconto si trova solo nel vangelo di Luca. In esso l’evangelista fa rivivere esperienze tipiche delle prime comunità cristiane: infatti, le parole dei discepoli e la risposta di Gesù sul compiersi delle Scritture costituiscono chiaramente una sintesi della catechesi primitiva (cf. At 2,22-23); così pure, il rito della frazione del pane ci richiama, sia nei gesti che nelle parole, la cena del Signore. E’ quindi per l’ascolto delle Scritture e per la fede della comunità che siamo condotti a riscoprire la presenza di Cristo risorto nella nostra vita nella storia. ORAZIONE

O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio…

     ALLELUJA! IL SIGNOREE’ RISORTO ALLELUJA!

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