La figura e la missione di catechisti nella Chiesa.
Chiamati a vivere e a testimoniare le esigenze della spiritualità biblica.
di RAMON PERALTA in Osservatore Romano venerdì 21.09.2007 pg. 5
Nella coscienza ecclesiale la “spiritualità” è la progressiva maturità della personalità cristiana che si sviluppa nel tempo per opera dello Spirito Santo il quale agisce nell’intimo del battezzato e gli fa prendere piena consapevolezza del mistero di Dio, della Chiesa e della propria responsabilità nel popolo della nuova alleanza e nella società. Sono i sacramenti dell’iniziazione cristiana che “fondano la vocazione comune di tutti i discepoli di Cristo, vocazione alla santità e alla missione di evangelizzare il mondo. Conferiscono le grazie necessarie per vivere secondo lo Spirito in questa vita di pellegrini in cammino verso la patria” (CCC 1533).
Non possiamo nascondere la crisi di spiritualità vissuta oggi da tanti fedeli cristiani, come anche la ricerca sincera da parte di alcuni battezzati del cammino di santità. E’ urgente per la comunità ecclesiale presentare la ricchezza e la bellezza della vita spirituale, offrire la possibilità di una famigliarità con il Vangelo, far gustare la celebrazione della fede nei sacramenti, specialmente nell’Eucaristia, coltivare nel cuore credente la passione per la preghiera e dimostrare che quanto più il cristiano è ancorato al suo Signore tanto più potrà essere nel mondo segno profetico del regno di Dio.
Il catechista con la sua specifica missione nella Chiesa è particolarmente chiamato a vivere le esigenze della spiritualità biblica.
Elementi della vita spirituale.
Nella vita spirituale entrano in gioco l’amore di Dio, la libertà della persona e la cura materna della Chiesa verso i discepoli di Gesù. La Sacra Scrittura è la rivelazione dell’amorevolezza del Signore per l’umanità. In Cristo, Crocifisso e Risorto, il Padre ha testimoniato il suo infinito amore. 2In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi. Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,9-10).
L’uomo e la donna trovano nelle scelte di vita la grandezza e la nobiltà del proprio essere. La dignità dei figli di Dio si attua nella libertà, essa “è nell’uomo segno altissimo dell’immagine divina. Dio volle, infatti, lasciare l’uomo in balia del suo proprio volere, così che esso cerchi spontaneamente il suo Creatore, e giunga liberamente, con l’adesione a lui, alla piena e beata perfezione” ( GS n.17). L’itinerario spirituale, pertanto, richiede di ascoltare e vivere l’invito di Gesù: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” ( Gv 8,31-32).
La madre Chiesa nell’apprendimento della sua missione evangelizzatrice e catechizzatrice ha il compito così delicato e solerte di guidare le persone nella comunione e intimità con Cristo Signore, perciò non può mancare nella progettazione pastorale tutto quanto riguarda la spiritualità dei battezzati. E’ assai importante ideare, nelle comunità diocesane e parrocchiali, nei gruppi e associazioni di apostolato laicale e anche per i singoli fedeli, tempi e momenti per gli esercizi spirituali, per la direzione spirituale e per i pellegrinaggi, come pure l’educazione al silenzio alla preghiera e alla meditazione. Il desiderio della perfezione è espressione evidente di aver preso sul serio la vocazione ecclesiale. “ In realtà, porre la programmazione pastorale nel segno della santità è una scelta gravida di conseguenze. Significa esprimere la convinzione che, se il Battesimo è un vero ingresso nella santità attraverso l’inserimento in Cristo e l’inabitazione del suo Spirito, sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalistica e di una religiosità superficiale (Novo millennio ineunte n.31).
La Sacra Scrittura anima della spiritualità del catechista.
Il catechista è nella Chiesa un testimone e un educatore alla fede dei battezzati, è un servitore e un annunciatore della Parola di salvezza, egli svolge “un servizio ecclesiale indispensabile per la crescita della Chiesa. Non è una azione che possa realizzarsi nella comunità a titolo privato, o per iniziativa puramente personale. Si agisce in nome della Chiesa, in virtù della missione da essa conferita” (Direttorio generale per la catechesi n.219). La piena cognizione delle precedenti considerazioni è feconda di conseguenze: innanzitutto il catechista è chiamato ad una fedele obbedienza nella comunicazione del messaggio salvifico, deve essere animato dalla preghiera di Gesù sul monte degli Ulivi, “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42). Dalla contemplazione del maestro che accetta per amore la Croce, l’agente di pastorale catechistica si dispone ad offrire a coloro che sono diventati discepoli di Cristo “la parola della fede non mutilata, non falsificata, non diminuita, ma completa ed integrale, in tutto il suo rigore e un tutto il suo vigore. Tradire in qualche cosa l’integrità del messaggio significa svuotare pericolosamente la catechesi stessa e compromettere i frutti che Cristo e la comunità ecclesiale hanno il diritto di aspettarsi” (Catechesi tradendae n.30).
La responsabilità di fronte alla Parola di Dio impone all’educatore alla fede un rapporto continuo, sapiente e orante con essa, lo obbliga a leggere, meditare e contemplare il testo sacro per scrutare il mistero dell’amore di Dio, lo impegna allo studio scientifico della Bibbia per comunicarla con competenza e lo unisce fedelmente al Magistero della Chiesa dal quale riceve l’interpretazione autorevole della parola di Dio (DV n.10), le indicazione precise di come svolgere efficacemente il servizio di catechista e l’orientamento sapiente per inculturare il Vangelo nel territorio diocesano.
L’itinerario spirituale si adempie ascoltando il monito dell’Apostolo Paolo: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tim 3,16-17), come anche attuando le numerose indicazioni della Chiesa per immettersi in comunione con la Bibbia, ad esempio la celebrazione della liturgia delle ore, la lectio divina, la preparazione della domenica con la lettura riflessiva dei testi sacri con la conseguente meditazione e contemplazione.
La spiritualità biblica del catechista è un cammino che non deve mai essere interrotto e, poiché si è sempre in continua crescita cristiana, è necessario dare una priorità altamente preferenziale all’incontro con la Parola di Dio per maturare nella fede, nella speranza e nella carità, per dare veritiera testimonianza dell’amore di Dio.