Formazione dei catechisti nella comunità: quarta parte

Modalità del percorso formativo
44. Perché la fedeltà alle persone, al loro ritmo di crescita e di maturazione siaconcreto, occorre agire sui formatori e i catechisti 35. Ecco alcuni passaggi che il catechista deve assumere e attuare nella sperimentazione.  
Attenzioni prima di iniziare il percorso
45. Il punto zero della proposta formativa è costituito dalla capacità di leggere ibisogni e le domande formative, per poter offrire itinerari che partono da ciò che simanifesta e farlo evolvere.Individuati i bisogni, si definiscono i luoghi e i tempi della proposta formativa.Successivamente è importante determinare la frequenza degli incontri formativi. Sisuggerisce di fare una proposta intensiva, privilegiando giornate intere o dei finesettimana, evitando di frammentare eccessivamente l’orario, adottando moduli piùcontinuativi. La formazione che alterna sapientemente la teoria con la prassi risultasempre molto efficace.  
La scelta del modello formativo
46. La attuazione del modello laboratorio implica alcune scelte precise formulabiliin quattro passaggi:
° i formatori utilizzano strumenti che fanno emergere l’esperienza dei catechisti, laloro storia formativa, la concezione della catechesi che essi hanno; propongonoschede che permettano di dire ciò che essi stessi hanno sperimentato, in ordine atemi particolari;
° i formatori coinvolgono i catechisti e li aiutano a stabilire gli obiettivi formativi perogni incontro o sessione; è importante presentare sempre all’inizio di ognimomento formativo le attività e le motivazioni che le sostengono con una tabelladi marcia che coinvolge direttamente le persone;
° i formatori fanno attenzione a ciò che i catechisti stanno vivendo nel loro servizio.Per questo si possono proporre durante l’itinerario momenti particolari di lavoro edi approfondimento che tengano presente la realtà dei catechisti;
° i formatori mettono in atto un apprendistato pratico che rende il catechista creativonel suo modo di imparare. Nelle sessioni formative teoria e pratica sono semprepresenti per aiutare i catechisti a sviluppare nuove competenze. 
Le dinamiche e la loro gestione
47. Nell’attuazione del percorso, il formatore è chiamato a gestire i cambiamenti,guida i momenti di grande euforia per la novità e i periodi di critica, privilegia alcuneattenzioni:
° non si allea contro i “nemici” del gruppo dei catechisti (che eventualmentepotrebbero essere il parroco, o le famiglie, o la struttura ecclesiale);
° non agisce “contro” il gruppo, anche se a volte può vivere un momento critico;
° fa emergere i bisogni, i desideri, le contraddizioni e sa guidare verso nuovi modi divedere i problemi;
° mette in atto un nuovo tipo di comunicazione che aiuta ad essere aperti, a noncontrapporsi, a vedere in modo diverso i conflitti;
° dà grande importanza alle qualità dei partecipanti, coglie chi è capace di vedere ilpositivo, chi è portatore di speranze e di idee nuove;
° aiuta a vedere cosa può produrre il nuovo tipo di formazione e come si innesta inciò che i catechisti stanno già facendo;
° permette di analizzare le reali esperienze di catechesi già realizzate daipartecipanti, discutendole insieme;
° non deve mai dare l’idea che quello che si faceva prima era sbagliato, ma spiegareche poteva andar bene per quel momento e quel periodo. 
L’accompagnamento nel servizio catechistico
48. Un modello formativo che tiene conto dell’autoformazione richiede formatoripreparati per l’accompagnamento e la guida del tirocinio. La formazione deicatechisti, infatti, assicura alcune competenze di base che però hanno bisogno diessere realizzate e verificate nel contesto concreto in cui ci si trova ad operare,modificandole o amplificandole di volta in volta.Per questo, accanto al percorso formativo ci devono esser spazi disperimentazione e di tirocinio guidato. Questi spazi sono fondamentali per i catechistiche iniziano il loro servizio, ma anche per coloro che sentono il bisogno di sostegno edi accompagnamento.A volte, data la difficoltà di trovare spazi e momenti adeguati per farecatechesi, può succedere che il catechista tirocinante venga lasciato praticamentesolo. A questo punto è importante che ci sia qualcuno, accompagnatore o “tutor”,come punto di riferimento per il catechista che vuole modificare il suo stile di annuncio.
49. Questo accompagnatore dovrebbe essere normalmente:
° una persona con una certa esperienza nel campo della catechesi e dell’IC, nonnecessariamente un teorico della catechetica, che rischia di avere conoscenze, ma poca attenzione alla vita;
° una presenza positiva e capace di dar fiducia, senza lasciarsi coinvolgere troppoemotivamente, ma aperto a nuove possibilità, condizioni e situazioni di apprendimento;
° una guida capace di comunicazione empatica, di flessibilità e creatività, per aiutare i formandi ad imparare e a far emergere le proprie competenze e abilità;
° un animatore che non si sostituisce mai alla persona ma permette al catechista diprocedere sempre più autonomamente in una riflessione sulla prassi, peranalizzarla, verificarla e rimotivarla in modo nuovo.
50. Questo “tutor”, come anche i formatori, si rendono disponibili per unaccompagnamento diffuso nel tempo, diverso dal tirocinio guidato che hanecessariamente un inizio e una fine stabile. Il catechista può ricorrereall’accompagnatore in vari momenti: quando deve stendere l’itinerario, nello sceglieretesti di riferimento; può chiedere aiuto per reperire fonti e nuovi modelli di annunciodella fede, per preparare esperienze particolari, l’incontro con dei testimoni, ecc.L’accompagnatore è importante quando il catechista vive particolari momentidi crisi legati alla sua fede, all’identità personale, ad alcune frustrazioni incontratedurante il servizio, quando si sente inadeguato o incontra critiche da parte dei soggettio dalla stessa comunità.Tutto questo richiede la capacità di valutare i pro e i contro di ogni scelta, diprendere coscienza delle proprie capacità, di vedere insieme ciò che lo Spirito delSignore suggerisce per il bene della persona e della comunità.Risulta indispensabile offrire una formazione adeguata ai catechistidell’Iniziazione Cristiana perché il rinnovamento in atto nelle comunità, possaprodurre i risultati sperati. Migliorare un servizio è sempre un compito benemerito eun’opportunità per ricercare ancora e dare all’evangelizzazione la freschezza di unaproposta che ha bisogno di non essere mai svuotata dalla novità. 

APPENDICE
 

Proposta formativa per i catechisti dell’ Iniziazione Cristiana

La sceltaProporre un’ipotesi di struttura formativa che tiene presente l’attuale situazionein cui la Chiesa è chiamata a promuovere cammini di Iniziazione Cristiana e quindil’esigenza di nuove scelte pastorali. La finalità della proposta è dotare le Comunitàparrocchiali di animatori, che operano all’interno del progetto di evangelizzazione edi catechesi di Iniziazione cristiana. 
Il metodoIl metodo sceglie di utilizzare il laboratorio come strada per la formazione,privilegia una pedagogia adulta. In vista di un apprendimento attivo da parte deicatechisti alterna adeguatamente la proiezione del vissuto, con momenti diespressione e confronto, per approdare all’elaborazione di proposte concrete perl’oggi.In tal senso è importante promuovere una formazione che:
tiene conto dell’esperienza dei partecipanti;
si prende cura dell’interiorità dei catechisti;
offre competenza per il ruolo che si andrà a svolgere. 
Profilo del catechista/accompagnatore dell’Iniziazione CristianaIl catechista/accompagnatore dell’Iniziazione Cristiana è una persona cheimpara a interpretare i cambiamenti in atto nell’ambito dell’ Iniziazione Cristiana.Rivede la propria storia di credenti e formatore in un contesto di transizione, eacquisisce capacità per intervenire in maniera competente. Sa relazionarsi con gliadulti, sa collaborare, leggere la sua storia alla luce della parola di Dio, si educa ascorgere i segni di Dio, sa iniziare all’esperienza ecclesiale.
 Il percorsoSi struttura un percorso che si snoda in due anni attorno alle seguenti areeformative:
° Competenza relazionale
° Capacità di annuncio
° Capacità di educare a leggere i segni di Dio
° Capacità di inserire nella vita della comunitàIl percorso chiede di avere sempre presente la situazione, promuovere un processo di autoformazione o trasformazione, per approdare a un’azione adeguata. 
DestinatariLa proposta formativa si rivolge a chi, all’interno della Comunità cristiana,intende svolgere un servizio di animazione nel progetto di iniziazione cristiana.Si ritiene opportuno che tale persona:
sia attivamente inserito nella Comunità cristiana di appartenenza;
sia una persona con un’esperienza significativa. 
Il percorso Primo annoSi aiutano i catechisti/animatori a entrare in un percorso di autoformazione comecapacità di prendere coscienza dei mutamenti in atto nell’ambito del cammino diiniziazione cristiana e di assumerli consapevolmente nella propria storia personale,per superare resistenze o fughe nostalgiche nel passato. L’attenzione al sé deicatechisti è premessa importante per trasformare i processi. 
Competenza relazione– ascolto di sé per vivere relazioni di libertà e assumere uno stile di vita capace diesprimere la propria personalità;– capacità di vivere relazioni autentiche con adulti in un rapporto di veracomplementarità dei compiti. 
Capacità di annuncio– esercizi per imparare a narrare la storia della salvezza promuovendo uncoinvolgimento esistenziale;– lettura di nuclei biblici per abilitare a cogliere il centro del messaggio eriproporlo con competenza. 
Capacità di educare a leggere i segni di Dio– educazione allo stupore e alla contemplazione;– riferirsi correttamente alla Parola per superare letture soggettive della realtà. 
Capacità di inserire nella vita della comunità– spostare l’attenzione dal proprio mondo d’azione a quello dei ragazzi e delle lorofamiglie;– maturare la convinzione che l’evangelizzazione non è per i risultati personali, maun atto di carità.Scansione incontri:
1. Contratto formativo:attese, bisogni, presentazione della proposta, lavoro sullemotivazioni
2. La relazione educativa: sfide e attenzioni che provocano cambiamento erevisione personali 6 giugno 200638
3. La relazione educativa:le persone coinvolte, capacità di instaurarecomplementarità tra varie figure adulte4. I nuclei della storia della salvezza e la centralità del messaggio cristiano dapresentare nella Iniziazione Cristiana
5. La storia della salvezza narra la mia storia: leggere la vita alla luce della Parola
6. La capacità di narrare la Bibbia: esercizi per abilitare alla capacità narrativa
7. Conoscere e sperimentare gli elementi della iniziazione e saperli declinarenell’ Iniziazione Cristiana
8. Imparare a leggere e ad educare a leggere i segni di Dio nella creazione, ededucarsi alla contemplazione
9. La preghiera e la liturgia come momento di incontro con Dio e educazionepersonale alla dimensione rituale
10. Il mondo dei ragazzi e la centralità della loro persona nell’azione educativa 
Secondo annoI catechisti/animatori sono sollecitati a lasciare le modalità formative obsolete perpromuovere nuovi processi. L’attenzione agli altri e alla loro maturazione è premessaindispensabile per un rinnovamento costruttivo di processi pastorali che reclamanonuove attenzioni e iniziative. È indispensabile promuovere una nuova dimensionecomunicativa. 
Competenza relazionale– promuovere la capacità di lavorare insieme, e di operare con la comunità;– valorizzare una pedagogia imperniata sul soggetto più che sui contenuti. 
Capacità di annuncio– mostrare come i nuclei centrali della storia della salvezza illuminati dall’azionedi Gesù rinviano al progetto del Padre;– proposta della centralità del mistero pasquale come via che conduce alla vitapiena. 
Capacità di educare a leggere i segni di Dio– approfondimento del linguaggio dei simboli e dei riti per scoprire la forza diprovocazione insita in essi;– educazione alla contemplazione per aprire allo stupore e alla contemplazione. 
Capacità di inserire nella vita della comunità– recuperare la dimensione della tradizione e orientare al nuovo richiesto dalcambio culturale;– valorizzare la carismaticità e la dimensione ministeriale di tutti i soggetti delcammino di Iniziazione Cristiana (famiglie, ragazzi, catechisti, comunità).Scansione incontri:
1. La catechesi azione della comunità: la competenza comunicativa
2. Il valore del gruppo come esperienza di condivisione: progettare e discernereinsieme
3. Gesù rivela il progetto del Padre
4. Il mistero pasquale centro della proposta cristiana e esperienza di vita piena
5. Il discernimento: come capacità di leggere la propria vita alla luce della Parolee di accompagnare che sta crescendo nella fede
6. Conoscenza e approfondimento del linguaggio dei simboli e dei riti
7. Elementi di progettazione di itinerari diversificati
8. Imparare a scandire incontri e a proporre/o costruire esperienze significative
9. La comunicazione della fede: linguaggi, autocoinvolgimento, tradizione, …
10. La ministerilità nella chiesa: per una Iniziazione Cristiana che coinvolge varisoggetti 
Esempio di un incontro formativo(potrebbe essere il primo o secondo del 1 anno) Titolo: La relazione educativa: sfide e attenzioni che provocano cambiamento erevisione personali1. Incontro formativo:Il catechista sperimenta che l’ascolto della sua vita, le sfide che l’ IniziazioneCristiana portano ad una revisione delle proprie modalità di annuncio.1 momento.ProiezioneChe cosa vivo?Che cosa provo nel fare annuncio quali le mie paure, le mie difficoltà?Quale annuncio, ricevuto da piccolo ricordo ancora con particolare interesse?Quali le maggiori sfide che oggi mi vengono dal contesto attuale?2 momentoAnalisi:confronto con una pagina biblica…esempio: le caratteristiche dell’annunciatore daLuca, da Atti….Presentazione di alcuni numeri del DB sulle motivazioniAlcuni testi (brevi) degli ultimi documenti sull’Annuncio e l’ Iniziazione CristianaChe cosa sento come luce nuova per la mia vita?3 momento 
Riespressione:Quali gli atteggiamenti per l’ Iniziazione Cristiana?Che cosa di nuovo viene a me ?Quale cambiamento sento più importante? Come lo realizzo? 
1Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia, 7.  2 Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 51.
3 Vedi il c. 3 di questo documento: “Il progetto catechistico italiano e i catechismi dell’iniziazione cristiana”
4 Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 46
5 (ibid. 44; Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia, 4)
6 (ibid. 4).
7 (ibid. 50)
8 (ibid. 59)
9 (ibid. 50).
10 Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1229).
11 Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 59; cfr. Direttorio Generale per lacatechesi, 256.
12 Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 57.
13 Conferenza Episcopale Italiana, Il rinnovamento della catechesi, 200.
14 Direttorio Generale per la catechesi, 253.
15 Direttorio Generale per la catechesi, 257.
16 Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 50.
17 Direttorio Generale per la catechesi, 255.
18 Direttorio Generale per la catechesi, 38;
19 id. 60-68
20 id. 88-91
21 Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, Roma 2001
22 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia, Roma 2004
23 Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, Questa è la nostra fede, Roma 2005
24 Cf la Nota UCN per l’accoglienza e l’utilizzazione dei catechismi, op.cit. n. 21.
25 UCN-CEI, Il catechismo per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, op.cit. n. 24.
26 GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica “Laetamur Magnopere” (15 agosto 1997); BENEDETTO XVI, MotuProprio per l’approvazione e la pubblicazione del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica (28 giugno 2005).
27 CF. Ufficio Catechistico Nazionale, Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti, 1991, n. 3.
28 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 7.
29 Cipriano, Epistola 74,7, CSEL III/2, 804.
30 Direttorio Generale per la catechesi, 242; 244.
31 Direttorio Generale per la catechesi, 240.
32 Direttorio Generale per la catechesi, 246.
33 Cf. Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia, 3.
34 Direttorio Generale per la Catechesi, 234
35 Direttorio Generale per la catechesi, 248-251. 

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