6 giugno 2006
UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE
LA FORMAZIONE DEI CATECHISTINELLA COMUNITÀ CRISTIANA
Formazione dei catechisti per l’Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi
Roma, 4 giugno 20066 giugno 2006
Indice
INTRODUZIONE
1. VERSO UN PROCESSO RINNOVATO DI INIZIAZIONE CRISTIANAIl contesto pastorale per una scelta missionariaIl processo dell’Iniziazione CristianaNuove prospettive per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi
2. L’INIZIAZIONE CRISTIANA COMPITO DI TUTTA LA COMUNITA’La comunità educa con tutta la sua vitaLa comunità promuove la partecipazione della famigliaLa comunità educa con la sua molteplice ministerialità
3. IL PROGETTO CATECHISTICO ITALIANO E CATECHISMI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANADal Concilio Vaticano II a oggiI catechismi della CEI nel “progetto catechistico italiano”Obiettivi, itinerari del “progetto catechistico italiano” e dei testi CEI per laformazione dei catechisti
4. IL CATECHISTA DELL’INIZIAZIONE CRISTIANAL’identità del catechista dell’iniziazione cristianaLa spiritualità del catechista dell’iniziazione cristianaLe competenze e le abilità del catechista dell’iniziazione cristiana– La competenza relazionale– La capacità di annuncio e di narrazione– La capacità di educare a leggere i segni di Dio– La capacità di introdurre nella vita della comunità
5. CRITERI E ORIENTAMENTI PER LA FORMAZIONEL’analisi della domandaLo stile del laboratorioIl lavoro formativo in équipeModalità del percorso formativo– Attenzioni prima di iniziare il percorso– La scelta del modello formativo– Le dinamiche e la loro gestione° L’accompagnamento nel servizio catechistico
AppendiceProposta formativa per i catechisti dell’Iniziazione Cristiana
INTRODUZIONE
Questo strumento di lavoro intende offrire alcuni criteri per elaborare itinerariformativi per i catechisti dell’Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, secondole linee pastorali indicate dai Vescovi italiani, e suggerite dai Catechismi “perl’iniziazione cristiana” della Conferenza Episcopale Italiana e riproposte dalle Noteper l’iniziazione cristiana del Consiglio Episcopale Permanente.Questi orientamenti si pongono in “continuità” e vogliono indicare una“novità” rispetto al documento pastorale dell’Ufficio Catechistico Nazionale del ‘91“Orientamenti e Itinerari per la Formazione dei Catechisti”.E’ in continuità perché accoglie e rilancia alcuni elementi formativi generaliquali l’identità e la capacità di comunicare la fede dentro le tipiche dimensioni dellaspiritualità del catechista.Indica una novità perché riprende uno degli itinerari proposti, quello per icatechisti dell’Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, per coniugarlo con leistanze e le nuove prospettive pastorali di questi anni.Lo scopo di questo strumento è quello di orientare, secondo alcune lineeessenziali, i percorsi formativi dei catechisti dell’IC che vivono dentro una situazioneculturale, ecclesiale ed educativa inedita. Non si fa l’elenco delle difficoltà che ilnuovo modello di iniziazione può incontrare, ma si sottolineano le modalità piùefficaci per rispondere alle sfide che richiedono un “ripensamento” della iniziazionecristiana, e si approfondiscono le motivazioni del cambiamento.La struttura di questo strumento propone cinque parti egualmente importanti:– La prima parte descrive le istanze di rinnovamento catechistico indicatedalla Conferenza Episcopale Italiana;– la seconda parte presenta la comunità che educa con tutta la sua vita emanifesta la sua azione dentro una concreta esperienza di ecclesialità;– la terza parte rilegge il Progetto Catechistico Italiano e i Catechismi perl’Iniziazione Cristiana, pubblicati dalla Conferenza Episcopale Italiana,quali strumenti per gli itinerari di fede dei fanciulli e offre riferimentiformativi per i catechisti stessi;– la quarta parte definisce l’identità del catechista, i suoi compiti, le abilità ele competenze da acquisire;– la quinta parte offre orientamenti e criteri per elaborare e realizzare,secondo alcune indicazioni, concreti modelli formativi che rispondano allenuove istanze di formazione.I destinatari privilegiati sono anzitutto i formatori dei catechisti che, dentro lecomunità cristiane, accompagnano e orientano il servizio educativo dell’annuncio delvangelo e dell’Iniziazione alla vita cristiana. Sono contemporaneamente i catechististessi che possono trovare riproposta l’importanza e la natura del loro servizio diannuncio e la possibilità di assumere questa linea unificante.Roma, 4 giugno 2006 Solennità della Pentecoste
1. VERSO UN PROCESSO RINNOVATO DI INIZIAZIONE CRISTIANA
Il contesto pastorale per una scelta missionaria
1 La Chiesa, Madre, con l’iniziazione cristiana, genera i suoi figli e rigenera sestessa1. In questo servizio la Chiesa manifesta la sua capacità di accogliere nuovepersone e di formare catechisti che sappiano accompagnare nella vita cristiana.L’intreccio tra queste realtà e i problemi pastorali che sollevano impone allacomunità cristiana un ripensamento del cammino di Iniziazione Cristiana, per offrirea tutti la possibilità di accedere alla fede, di crescere in essa e di testimoniarla nellequotidiane condizioni di vita.“Se non sapremo trasmettere alle nuove generazioni l’amore per la vitainteriore, per l’ascolto perseverante della parola di Dio, per l’assiduità con il Signorenella preghiera, per una ordinata vita sacramentale nutrita di Eucaristia eRiconciliazione, per la capacità di lavorare su se stessi attraverso l’arte della lottaspirituale, rischieremo di non rispondere adeguatamente a una sete di senso che puresi è manifestata”2.L’impegno per il cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli e ragazziprende avvio con la celebrazione del Battesimo dei bambini e prosegue con ilsacramento della Confermazione e della Eucaristia.La fede “ricevuta” ha bisogno di essere “trasmessa”: essa è comunicata come“buona notizia” a chi si affaccia alla vita, offrire la gioia di vivere un’esistenzaorientata al Signore Gesù, trovando in Lui e con Lui la propria identità e la propriavocazione.L’iniziazione cristiana dei fanciulli interpella la responsabilità originaria dellafamiglia. La comunità è chiamata a garantire e a sostenere l’azione dei genitoriperché possano acquisire uno stile di vita cristiana da trasmettere ai figli.Le tre note pastorali sull’ Iniziazione Cristiana 3 promuovono una più sicuraformazione per gli adulti, per i ragazzi e per il risveglio della vita cristiana neigiovani e negli adulti.
2. La pastorale dell’iniziazione cristiana vive un tempo di cambiamento, da cuiemerge l’urgenza di ricercare percorsi praticabili e rispondenti al cambiamentoculturale.L’episcopato italiano ha indicato, nei suoi recenti documenti, la necessità di unaconversione di mentalità e di stile pastorale: se questa mentalità e questo stile nonvengono recepiti saranno inutili gli sforzi di rinnovamento catechistico e diformazione dei catechisti. Concretamente, siamo invitati a operare una vera«conversione pastorale»4, assumendo «una chiara connotazione missionaria»5considerando «compito assolutamente primario per la Chiesa […] la comunicazionedella fede»6 .Il progetto catechistico della Chiesa italiana va oggi realizzato piùesplicitamente nella prospettiva dell’evangelizzazione7, anzi, tutta la pastorale vaconfigurata secondo il modello della iniziazione cristiana8 di ispirazionecatecumenale.Si deve inoltre constatare che in molte comunità ecclesiali il lavoro formativo ècarente o addirittura assente, per cui è necessario «maturare una decisionecoraggiosa a cambiare le cose»9.La missione è la nuova frontiera aperta anche alla catechesi. Essa esige laformazione degli operatori catechistici, perché siano in grado di comprendere ilcambiamento culturale e religioso in cui viviamo, per farsi “catechisti di strada”,come Filippo sulla strada di Gaza e Gesù risorto sulla strada di Emmaus.
Il processo dell’Iniziazione Cristiana
3. «Diventare cristiani richiede, fin dal tempo degli Apostoli, un cammino e unainiziazione con diverse tappe. Questo itinerario può essere percorso rapidamente olentamente. Dovrà in ogni caso comportare alcuni elementi essenziali: l’annunziodella Parola, l’accoglienza del Vangelo che provoca una conversione, la professionedi fede, il Battesimo, l’effusione dello Spirito Santo, l’accesso alla Comunioneeucaristica» 10.Si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola,dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore. Con il Battesimo,la Confermazione e l’Eucaristia, il credente è inserito pienamente nel misteropasquale di Cristo nella Chiesa. I tre sacramenti dell’iniziazione sono cosìintimamente congiunti tra loro, che portano a quella maturità cristiana per cuipossono compiere nella Chiesa e nel mondo la missione propria del popolo di Dio.Il credente compie anche un apprendistato di vita cristiana e si impegna con laconversione a vivere come figlio di Dio, secondo Gesù Cristo, Maestro e Salvatore.Il rinnovamento della catechesi che ha caratterizzato la Chiesa in Italia neidecenni dopo il Concilio Vaticano II ha assunto come quadro organico le indicazionidel RICA. In tal modo ha inteso rinnovare la pastorale dell’educazione alla fede deifanciulli portando ad una più armoniosa integrazione.La nota pastorale che il Consiglio Episcopale Permanente della CEI hadedicato nel 1999 a L’iniziazione cristiana 2. Orientamenti per l’iniziazione deifanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni e la Nota pastorale Comunicare il Vangelo inun mondo che cambia, propongono di compiere un vero e proprio cambio dimentalità: ispirarsi al paradigma catecumenale, prima di prospettare una diversacollocazione dei sacramenti o l’adozione di una metodologia catechistica nuova: “Alcentro di tale rinnovamento va collocata la scelta di configurare la pastoralesecondo il modello della iniziazione cristiana, che – intessendo tra lorotestimonianza e annuncio, itinerario catecumenale, sostegno permanente della fedemediante la catechesi, vita sacramentale, mistagogia e testimonianza della carità –permette di dare unità alla vita della comunità e di aprirsi alle diverse situazionispirituali dei non credenti, degli indifferenti, di quanti si accostano o si riaccostanoal Vangelo, di coloro che cercano alimento per il loro impegno cristiano”11.Ispirarsi al paradigma catecumenale significa anzitutto riconoscere un dato difatto: il cammino di fede delle famiglie che chiedono i sacramenti per i propri figli èspesso ridotto a rari gesti religiosi e ad un generico impegno educativo, per cui risultadecisiva una fase di “prima evangelizzazione”.Tale fase, previa alla vera e propria educazione della fede, è tesa a favorirel’initium fidei, perché la fede cristiana non può essere data per scontata né acquisitasenza volerlo e senza saperlo.Come scrivono i Vescovi italiani negli orientamenti pastorali per il primodecennio del 2000, anche i fanciulli e i ragazzi che sono stati battezzati alla nascita surichiesta delle loro famiglie, “hanno bisogno di essere interpellati dall’annuncio delVangelo nel momento in cui iniziano il loro cammino catechistico. Sempre piùspesso, infatti, non si può presupporre quasi nulla riguardo alla loro educazione allafede nelle famiglie di provenienza. L’incontro con i catechisti diviene per i fanciulliuna vera e propria occasione di «prima evangelizzazione». […] Questa attenzionedovrà accompagnare ancor più la catechesi dei ragazzi e dei giovani e ci dovràsospingere a ripensare costantemente l’iniziazione cristiana nel suo insieme e glistrumenti catechistici che l’accompagnano”12.La Chiesa, nata dal Cristo crocifisso e risorto, quale madre nello Spirito generanuovi figli a Dio Padre, ed è chiamata ad annunciare il Vangelo a tutti e ad iniziarlialla sequela di Cristo, mediante l’iniziazione cristiana.
Nuove prospettive per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi.
4. Nonostante l’impegno di tanti, risulta evidente la situazione di grave crisi incui si trova oggi il processo tradizionale di Iniziazione Cristiana. C’è un forte scartotra le mete ideali dell’iniziazione, le risorse impiegate e i risultati conseguiti. Per moltiragazzi e ragazze la conclusione del processo di iniziazione coincide praticamentecon l’abbandono della vita cristiana.È urgente rendersi conto che l’attuale divario culturale rispetto a una societàcristiana si è fatto ancora più largo. Il contesto in cui viviamo non porta gliuomini alla fede, né li sostiene nel loro cammino. Sempre più spesso neglistessi fanciulli battezzati non si può presupporre quasi nulla riguardoall’educazione cristiana nelle famiglie di provenienza, né si può dare più perscontato che coloro che si presentano siano cristiani consapevoli. Lo Spirito chiede oggi alla Chiesa un nuovo atto di fedeltà, che è al contempofedeltà al Vangelo e fedeltà all’uomo. Tale fedeltà ha le connotazioni proprie diuna nuova evangelizzazione, ed è dentro questo orizzonte che va ripensatoprogressivamente il processo di Iniziazione Cristiana, e di conseguenza lecaratteristiche del catechista dentro una comunità che inizia alla fede con tuttala sua vita. In questa prospettiva missionaria di nuova evangelizzazione la Chiesa italianapromuove l’attuazione del primo annuncio e la scelta del catecumenato comeparadigma di Iniziazione Cristiana. La prassi tradizionale dell’IniziazioneCristiana dei fanciulli e ragazzi battezzati va quindi ripensata. Anche conquesti ragazzi si dovrà affrontare un cammino di prima evangelizzazione e direale iniziazione alla fede. Nel processo di Iniziazione Cristiana va riaffermata l’unità dei tre sacramentidi iniziazione, Battesimo Cresima e Eucaristia, perché tutti e tre costituiscono ecompletano l’unica realtà dell’essere immersi dentro la Pasqua di Cristo morto erisorto. Nella riscoperta dell’unità dei sacramenti l’ Eucaristia è il sacramento dellamaturità cristiana. Non tre sacramenti senza collegamento, ma un’unica azionedi grazia: parte dal Battesimo e si compie attraverso la Confermazionenell’Eucaristia. È l’Eucaristia il sacramento che, continuamente offerto, nonchiude un’esperienza, ma la rinnova ogni settimana, nel giorno del Signore. Lacelebrazione della “prima”comunione è l’inizio della comunione con Cristonella Chiesa. Il sacramento della riconciliazione non fa parte del processo dell’IC e, aseconda dell’età e della situazione delle persone, può essere celebrato in formacomunitaria o individuale al momento opportuno. Il sacramento costituiscel’esperienza fondante per promuovere la dimensione penitenziale della vitacristiana. È importante ribadire che la catechesi non è finalizzata ai sacramenti, ma è unpercorso di introduzione globale nella vita cristiana e di maturazione nellafede.È necessario uscire dallo schema dell’ora settimanale per ampliare i tempi e imomenti in cui genitori e figli vivono insieme alcune esperienze. Occorresuperare la sovrapposizione dei tempi scolastici con quelli della catechesi perdare visibilità al fatto che si inizia un cammino nella Chiesa, scandito dai tempiliturgici e dalle tappe di maturazione di ogni persona, a prescindere dall’età.
2. L’INIZIAZIONE CRISTIANA COMPITO DI TUTTA LA COMUNITA’
5. Il ruolo della comunità cristiana nell’attuazione del processo di IniziazioneCristiana è essenziale. La nota affermazione del Documento di Base: «prima sono icatechisti e poi i catechismi; anzi, prima ancora, sono le comunità ecclesiali»13acquista oggi una rinnovata attualità. Non ha senso il servizio e la formazione deicatechisti se questa non fa parte di un dinamismo formativo che riguarda tutta lacomunità.Si intende qui la comunità cristiana in tutte le sue componenti e modalità, checomprende quindi anche le famiglie, i gruppi e associazioni, le comunità religiose,ma conservando sempre il riferimento privilegiato alla comunità parrocchiale e,come contesto vitale, la chiesa particolare o diocesi 14.
La comunità educa con tutta la sua vita
6. L’iniziazione è espressione di una comunità che educa con tutta la sua vita emanifesta la sua azione dentro una concreta esperienza di ecclesialità. L’iniziazionecristiana non è quindi una delle tante attività della comunità cristiana, ma l’attivitàche qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare allafede e realizzare se stessa come madre 15.Il passaggio che si sta attuando promuove una comunità adulta nella fede: unacomunità dalla fede “pensata” 16 e capace di comunicarla.La comunità è apostolica e missionaria, nella misura in cui alla radice èdiscepola ed evangelizzata, dentro un contesto preciso di relazioni umane, che siesprimono concretamente tra le case e in un territorio.
7. In particolare sono da valorizzare alcune esperienze essenziali.– Esperienza della parola di Dio: è il fondamento e la radice dellacomunità. Quando la parola di Dio è importante, si entra in essa, la si senteparola di vita; insieme la si ascolta e attraverso di essa si incontra Cristo risorto(Lc 24,32).– Esperienza della celebrazione: essa si compie con diverse modalità(liturgia della Parola, della Riconciliazione…). La celebrazione dell’Eucaristiadella domenica è punto di arrivo di un cammino catechistico e punto dipartenza di un cammino mistagogico, che introduca al mistero di Cristo,procedendo dal visibile all’invisibile, dal significante a ciò che è significato.Essa esige gradualità e necessita di essere a misura delle persone, perchél’iniziazione avviene per gradi e tappe.– Esperienza di fraternità e di comunione: attraverso di essa si esperimentala bontà e la bellezza di essere cristiani insieme. La fraternità è la ricerca dellapropria vocazione in un luogo e in un tempo determinati, insieme ad altrifratelli.– Esperienza della testimonianza nella carità e nel servizio: l’amore è ilmovente della missione, ed è anche l’unico criterio secondo cui il cristianoagisce. Ci sono problemi che interpellano e in alcuni casi chiedono di vestire ipanni del buon Samaritano (Lc 10, 25-37).
8. Queste esperienze hanno delle conseguenze per la comunità cristiana in ordinealla formazione del catechista.– Per rispettare la completezza del percorso formativo e rendere visibilel’esperienza ecclesiale si chiede che ci siano figure di catechisti, diaccompagnatori e di padrini per esprimere insieme la presenza della Chiesa aservizio di tutti nella complementarità di ministeri e compiti. «Iniziare»comporta un impegno che non può essere solo del catechista. È importante che cisia interazione tra le diverse componenti della comunità, perchè essa diventigrembo della fede per le nuove generazioni.– Questo richiede alcuni cambiamenti: passare da una catechesi riservata airagazzi ad una catechesi per tutti, come prevede il progetto catechistico italiano;prendere sul serio l’urgenza e il primato dell’evangelizzazione e della catechesidegli adulti; proseguire il cammino di rinnovamento pastorale in atto nellaChiesa italiana, passando ad un processo globale di iniziazione.
La comunità promuove la partecipazione della famiglia
9. La situazione delle famiglie esige da parte della comunità ecclesiale e dei suoioperatori una maggiore responsabilità per venire incontro alla diffusa crisi diincidenza educativa. E’ necessaria una azione di accompagnamento per rispondere asituazioni molto diverse tra loro. E’ indispensabile ricercare il coinvolgimento dellefamiglie, di alcuni suoi membri o di persone strettamente legate ad esse 17.L’iniziare alla fede nella famiglia avviene attraverso la vita quotidiana: la fedepassa nei rapporti affettivi, nei fatti di ogni giorno letti in ottica di grazia e digratitudine, negli eventi familiari gioiosi e dolorosi interpretati come eventi abitatidalla presenza del Signore. La famiglia può anche divenire un luogo nel quale igenitori raccontano la fede e propongono momenti formativi per tutti.Su questo punto la parrocchia e la famiglia possono trovare un terreno direciproco sostegno. I catechisti possono svolgere un compito di accompagnamento edi assistenza ai genitori senza lasciarli soli nella responsabilità di educare alla fede.La comunità cristiana dovrà pertanto:° dedicare tempo a motivare i genitori, sensibilizzandoli e aiutandoli a riscoprire lapropria identità di adulti nella fede;° stare accanto alla famiglia che si interroga sull’educazione cristiana, comecomponente vitale per i propri figli;° offrire occasioni di conoscenza e di incontro perché cresca, anche tra le famiglie, lospirito comunitario e solidale;° proporre esperienze di vita cristiana per maturare uno stile di collaborazione conla comunità cristiana e le altre istituzioni educative.
La comunità educa con la sua molteplice ministerialità
10. La comunità cristiana, fin dall’inizio, si è configurata in modo tale da costituireun luogo naturale di evangelizzazione e di formazione, rivivendo il mistero di Cristolungo l’anno liturgico e operando secondo i diversi carismi dei suoi componenti.L’anno liturgico propone un itinerario di riscoperta e di conversione, pergiungere alla piena maturità in Cristo.Il cammino liturgico ci aiuta a misurarci ogni giorno con i problemidell’esistenza terrena per allenarci a vivere da discepoli del Signore nella famiglia,nella professione, nel tempo libero, nelle città che abitiamo… E’ il tempo dell’interaesistenza che ci viene donato dal Padre per capire che cosa significa orientare lanostra esistenza alla vita eterna, meta di ogni pellegrinaggio terreno, e che cosasignifica accogliere il vangelo per diventare figli con il Figlio Gesù.Per iniziare il nostro cammino di fede e per continuarlo lungo l’intera esistenzasiamo accompagnati dai fratelli nella fede, a cui doniamo il nostro servizio e da cuiriceviamo testimonianza e impulso. Non esiste comunità cristiana, capace di generarela fede e di farla crescere, senza l’espressione ministeriale di persone capaci dimettersi al servizio della comunione e della missione.Nell’ambito della iniziazione cristiana, ogni cristiano opera un preziososervizio per introdurre alla fede: è la testimonianza della vita e l’accompagnamentodelle persone che gradualmente sono introdotte nell’esercizio delle abitudini dellavita cristiana, nella relazione di comunione con tutti i membri della comunità con cuistringere legami di fraternità e di solidarietà.