Servi della Parola. Annunciatori di salvezza.

La figura e la missione dei catechisti nella Chiesa. 

Servi della Parola. Annunciatori di salvezza.
di Ramòn Peralta,
da L’Osservatore Romano Sabato 15 Settembre 2007. 


La catechesi, nella missione evangelizzatrice della Chiesa, ha un “duplice obbiettivo di far maturare la fede iniziale e di educare il vero discepolo di Cristo mediante una conoscenza più approfondita e più sistematica della persona e del messaggio del nostro Signore Gesù Cristo”.

 Queste caratteristiche della catechesi hanno delle conseguenze che impongono la comunità ecclesiale ad impegnarsi da una parte con paziente sollecitudine di camminare insieme ai neofiti per mostrare loro l’esigente bellezza del Vangelo e dall’altra di interessarsi con tutte le forze a far conoscere integralmente la Parola di Dio affinché i battezzati possano trovare in essa la guida di ogni pensiero e comportamento.


 
Testimonianza di fede.


Il linguaggio autorevole delle fede è la testimonianza di vita. Nella Chiesa sono i Santi quelli che con l’esistenza trasfigurata dall’incontro con Gesù annunciano il messaggio salvifico, la loro parola e il loro atteggiamento rispecchiano sempre e in ogni modo la consapevolezza cristiana: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal. 2,20).

La società contemporanea guarda anche oggi come ieri al popolo di Dio desiderosa di vedere in esso coerenti discepoli del Messia, ciò impegna i credenti ad essere pronti a dare “ragione della speranza” (1Pt 3,15).

L’identità cristiana si sviluppa, matura e cresce in un contesto comunitario, è la famiglia la principale e insostituibile comunità dove ogni persona impara a credere in Dio, è in questo habitat dove si trasmettono  valori e principi di vita evangelica, è sempre la casa il luogo adatto per condividere con tutti i suoi membri la verità, l’amore, la pazienza, la speranza, in una parola il focolare domestico è l’ambiente propizio per apprendere a vivere da cristiani dove il padre e la madre sono garanti, davanti alla prole, dell’azione efficace della grazia santificante. “I genitori ricevono nel sacramento del matrimonio la grazia e la responsabilità dell’educazione cristiana dei loro figli, ai quali testimoniano e trasmettono insieme valori umani e religiosi. Tale azione educativa, al contempo umana e religiosa è un “vero ministero”, per mezzo del quale si trasmette e si irradia il Vangelo fino al punto che la stessa vita di famiglia si fa itinerario di fede e scuola di vita cristiana” ( Catechesi tradende).

Un secondo luogo della testimonianza di fede è la parrocchia. Essa situata in un concreto territorio dove convergono persone di diverse fasce di età, di esigenze e di interessi, come anche con una cultura, pietà popolare e tradizioni  che l’identificano, oggi più che mai è chiamata ad essere centro di aggregazione, fulcro dell’incontro con Cristo, struttura di formazione integrale nella fede, comunità liturgica e caritativa. Nella realizzazione di questo compito, così impegnativo ed entusiasmante allo stesso tempo, occupa un ruolo di grande rilievo il parroco. Egli ha come immagine da rispecchiare Cristo: il Buon Pastore, il Servo obbediente del Padre, il Maestro, il Sacerdote della nuova alleanza e il Buon Samaritano. Corrisponde al presbitero nella propria comunità far di tutto perché essa possa entrare davvero in comunione con la Sacra Scrittura, celebrare degnamente i sacramenti e vivere ogni forma di solidarietà fraterna. Il ministero del parroco “si manifesta, principalmente, nella predicazione della Parola di Dio, nell’amministrazione dei sacramenti e nella guida pastorale della comunità”.

Nella parrocchia non può mancare la preghiera di gratitudine e adorazione a Dio per i molteplici benefici ricevuti dalla sua bontà, d’intercessione per i bisogni della comunità, di supplica e di perdono. L’orazione, personale e comunitaria, assicura alla comunità parrocchiale la possibilità di compiere il suo servizio di missionarietà tra la gente.

Il ministero educativo alla fede sarà più efficace nella misura in cui esso si svolga con competenza e utilizzando il lessico infallibile della coerenza di vita cristiana. Nel cuore di ogni battezzato si annida il grande desiderio di trovare catechisti qualificati, virtuosi e santi, che allo stesso tempo facciano innamorare del Vangelo e la loro esistenza sia una profetica testimonianza di fede.

 
Formazione biblica del catechista.

Nell’itinerario catechistico, la Chiesa estrae il suo contenuto da comunicare ai neofiti dalla “Tradizione, Scrittura e Magistero, intimamente connessi  e congiunti, sono, – ciascuno a suo modo – , le fonti principali della catechesi”, perciò è da rilevare la grandissima importanza che ha la formazione biblica del catechista.

Il contatto con il testo sacro proporzionerà una conoscenza organica del messaggio cristiano e articolato intorno al mistero centrale della fede che è Gesù Cristo, ciò farà del catechista un vero servitore della Parola.

La preparazione biblica dell’educatore alla fede deve riunire alcune caratteristiche che abbiano un carattere organico e sintetico, ovverosia che i diversi componenti della fede rispettino il principio della gerarchia delle verità; che aiuti il catechista nella confessione della propria fede, ossia a dare ragione del proprio credo davanti a se stesso e al mondo; che lo prepari a relazionare il messaggio salvifico con la vita degli uomini e delle donne “per ispirarla o per esaminarla alla luce del Vangelo” (Catechesi tradende). La Sacra Scrittura deve essere il cardine dello studio teologico e catechistico. Il Concilio Vaticano II lo dichiara con queste parole: “ Lo studio della Sacra Pagina sia come l’anima della sacra teologia. Anche il ministero della Parola, cioè la predicazione pastorale, la catechesi, e ogni genere di istruzione cristiana, nella quale l’omelia liturgica deve avere un posto privilegiato, trova nella stessa parola della Scrittura nutrimento e santo vigore” ( Dei Verbum).

Il catechista aperto al contatto intelligente e orante con la Bibbia indubbiamente arriverà a una conoscenza vitale e sapiente del messaggio cristiano, incontrerà in essa i principi fondamentali della religiosità e il vigore necessario per tradurre nel culto e nella quotidianità il contenuto biblico. Non può dimenticare l’educatore alla fede che nella Chiesa egli ha la responsabilità di accompagnare i catechizzandi a far esperienza di comunione e intimità con Gesù Cristo, perciò tiene a cuore presente integralmente e gradualmente il Verbo di Dio, mostrare la misericordia, la pazienza e l’esigenza Divina.

In sintesi, il catechista è nella comunità ecclesiale un servitore della Parola di Dio, impara, guidato dal Magistero della Chiesa, a leggere, studiare e pregare con la Bibbia. La sua fede si consolida nel testo Sacro, perciò cerca giornalmente di addentrarsi e scrutare il messaggio redentore con la meditazione e allo stesso tempo studia e inquisisce continuamente per compiere qualitativamente il suo ministero di educatore alla fede, si preoccupa inoltre con metodi adeguati a far nascere nei catechizzandi la gioia di essere discepoli del Messia. Sempre e in ogni modo catechizzare è trasmettere l’esperienza dell’intimità fatta con Cristo. “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta” (1Gv 1,1-4).

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