Giubileo 2016. Le Catechesi. 3

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“SALVE REGINA MADRE DI MISERICORDIA”

 

L’Anno Santo della Misericordia, che siamo chiamati a celebrare, non è da considerare un atto extemporaneo di bonarietà divina o papale ma l’atto eterno dell’Amore di Dio per l’uomo. Egli vede la sua creatura amatissima nella miseria in cui è caduta a causa del peccato, Egli condanna il peccato ma provvede anche nuove vesti di pelli per l’umanità ormai nuda, senza grazia (Gen 3,21). Il vestito bello è quello della sua Vita offerta nel Figlio ( Gal 3,27). Egli ha deciso non di darci qualcosa ma se stesso. Il Verbo si fece carne per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria ecco l’atto di Misericordia di Dio verso l’uomo peccatore. In questa azione divina c’è di mezzo Maria, la Madre, associata alla Sua regale discendenza nell’infliggere la sconfitta al nemico. Per questa associazione vogliamo considerare il titolo con cui la Chiesa la saluta: Regina.

 

REGINA

La Vergine Maria nei Vangeli non è mai chiamata regina. Qualcuno potrebbe pensare: allora è la solita esagerazione cattolica, un abuso di un titolo che spetta solo a Dio. Queste sono state sempre le critiche di alcuni che da secoli contestano alla Chiesa di Cristo, La Cattolica, la venerazione alla santa Vergine. Sì, non c’è il termine a lei espressamente applicato ma c’è il concetto di Regina a lei riconosciuto. La Scrittura va letta ma la Parola di Dio va ascoltata perché secondo S. Paolo è l’ascolto che genera la fede (Rm 10,17) fede non in un  discorso dell’uomo su Dio, ma  in un discorso che Dio fa all’uomo. E questo ascolto è lasciare parlare Dio,  non fargli dire quello che vogliamo noi, perché è da supporre che Egli conosca perfettamente le cose come stanno.

Nei Vangeli ci viene presentata Maria in vari momenti della vicenda terrena del Figlio Salvatore e dalla loro lettura la Chiesa conosce, tra le grandi cose che Dio ha operato in lei, anche la sua regalità .

Leggiamo meglio alcuni testi scritturistici, non tutti:

Lc 1,32-33– Qui viene annunciato a Maria che il Figlio, che da lei nascerà, avrà “il trono di Davide suo padre …  ed il suo regno non avrà mai fine”; è una risonanza dei testi di 2Sam 7,12-16; Is 9,6; Dn7,14 dove il re-messia è annunciato in tutta la sua potestà e di conseguenza viene richiamato il ruolo della regina madre.

Lc 1,43– Elisabetta saluta Maria “la Madre del mio Signore” che nell’ A.T. non è un complimento ma titolo regale (Gr 13,18; 2Re 10,13). E’ chiamata, con un termine che significa Signora, Padrona, la Regina Madre del Re regnante. Quindi, quando Elisabetta la saluta “Madre del mio Signore” fa eco fedele a ciò che si dice nell’A.T.

Non dimentichiamo che già Maria si era definita “la Serva del Signore”. Serva e Madre del Signore sono due titoli che caratterizzano da subito la persona di Maria nei quali è racchiusa la grandezza delle cose di Dio operate in Lei.

Mt 2,1-12– è l’episodio dei Magi. Costoro sono alla ricerca del “nato Re dei Giudei”. Appena lo trovano si prostrano dinnanzi a Lui adorandolo. L’Evangelista dice: “trovarono il Bambino e sua Madre”. Se il Bambino è il “nato Re”, Maria è la Regina Madre davanti alla quale i Magi le rendono omaggio come nell’A.T.

Questa presenza femminile vicino al Re è propria dell’ambiente antico e in specie di Israele. Questo ruolo specifico della regina-madre lo vediamo più chiaramente nella vicenda di Bersabea madre di Salomone. Inizialmente essa è la regina-sposa di Davide e non ha nessun peso presso il cuore del Re ed essa stessa è consapevole di questa posizione tanto che si prostra davanti al marito e lo chiama “mio signore”(1Re1,15-21). La sua posizione cambia radicalmente quando Salomone diventa Re e Bersabea regina-madre. Allora è il Re, Salomone, ad andarle incontro, davanti a lei si prostra riconoscendole l’autorità di regina-madre e ponendola a sedere su un trono alla sua destra (1Re 2,20).

La Regina Madre aveva un ruolo importante e ufficiale: interveniva nella designazione dell’erede, precedeva in dignità i ministri e gli alti funzionari, era associata al governo del regno con un autorità seconda solo al figlio, (possedeva trono e corona), fungeva d’avvocata per il popolo e da influente consigliera. Maria è regina perché è la Madre del Re, la Madre del Figlio di Dio incarnato, della stessa sostanza del Padre. Qui vogliamo notare che la divina Maternità porta Maria ad una relazione con la natura ipostatica della persona del Figlio di Dio. Una relazione per nulla comune a nessun’ altra creatura. La regalità di Maria deriva dal Figlio, dalla relazione materna con Lui. Occorre allora considerare di che tipo è la regalità del Figlio per comprendere quella della Madre.

Dai testi prima citati il Figlio di Maria è definito Re. La sua regalità è riferita alla promessa fatta a Davide (2Sam 7,12ss) e richiamata poi dai Profeti e nei Salmi. Il profeta Isaia nei Canti del Servo di Dio descrive questo Messia come Servo sofferente. Questa è una descrizione regale un po’ anomala paragonata con una certa idea di re.

Gesù annuncia il Regno di Dio (Mt 4,23) ma fugge quando vengono a prenderlo per farlo re (Gv 6,15), dice che il Regno di Dio è già presente e costatabile con la sua azione esorcistica (Lc 17,21), ai discepoli del Battista che sono inviati a Lui risponde: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo” (Mt 11,4ss). A Pilato che gli chiede se è Re risponde: “Tu lo dici: io sono re…”(Gv 18,37) ma il suo “regno non è di questo mondo” (Gv 18,36). Sulla croce, nel cartiglio che proclamava l’accusa per la crocifissione si legge “Gesù Nazzareno re dei Giudei”.

Gesù è Re ma della regalità di Dio, perché è Figlio di Dio. Da S. Giovanni sappiamo che Dio è Amore (1Gv 4,8), che Dio è Luce (1Gv 1,5) ;non sono affermazioni alchimistiche ma definizioni teologiche sulla vita di Dio e da queste definizioni comprendiamo la sua Regalità e il suo Regno. Comprendiamo perché Gesù nell’ultima cena lavando i piedi ai discepoli dice: “Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” (Gv 13,13ss).

Cristo Re di Amore, Re di Luce e per questo è Re Servo: Servo per amore, Luce che serve la vista. Tanto ama da donare se stesso, tanto illumina da far risplendere di se stesso, Lui ”Luce da Luce”, fa di noi delle sue luci: “voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14) così ci dona se stesso, ci fa figli, dunque ci rende in lui re.

Maria è Regina perché Madre di Cristo Re. Riceve da Lui titolo e onore insieme al servizio d’amore e di luce. Chiamandola ad essergli Madre l’associa alla sua divina persona che da Lei ha preso la nostra umanità per salvarci. Ella così ha ricevuto dal Figlio quel potere d’amore che la rende sempre cooperatrice alla salvezza dell’umanità. I cristiani vedono e venerano in lei la sovrabbondante generosità dell’amore divino che l’ha colmata di ogni bene, ella distribuisce regalmente e maternamente quanto ha ricevuto dal Re; protegge con la sua potenza i figli acquisiti in virtù della sua corredenzione , li rallegra con i suoi doni, poiché il Re ha disposto che ogni grazia passi per le sue mani di munifica regina (Pio XII Ad coeli regina).

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