Riflessioni Cristiane sul tema dell’Ecologia

Cosa significa per noi cristiani celebrare la
Giornata per la custodia del creato.
by enry

 Quante sono le tue opere Signore” Sal. 104,24.
Coltivare la biodiversità.

    All’affermazione, tratta dal Salmo 104, posta come tema della 14° Giornata per la custodia del creato 2019 “Quante sono le tue opere Signore” dovremmo rispondere subito: Una e molteplice.

Una come opera creativa, molteplice nelle sue parti create, perché ciò che contempliamo con i nostri piccoli occhi è ancora niente riguardo a ciò che c’è da vedere da conoscere e scoprire. E col Salmista potremmo continuare così: “Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?”. (Sal 80)

         Questa giornata, che annualmente si ripropone su scala mondiale, vuol sottolineare che con questo stile di vita si sta distruggendo la terra.
    Ed è verissimo e bisogna provvedere a modificare questo vivere spensierato, distratto, disattento a tutto ciò che rende la vita su questa terra vivibile, e vivibile soprattutto per l’uomo. E’ l’egoismo umano che ha portato a questa situazione: godere è la parola d’ordine, -gli altri se la vedranno loro, ho solo questa vita bisogna che la goda tutta-, sono queste frasi, ed altre simili, che manifestano quell’egoismo distruttivo che ci ha portato ad un inquinamento insostenibile.

        Ma tutto ciò cosa evidenzia? Evidenzia che manca il motivo, il senso della vita, il perché dell’esistenza umana, manca la motivazione vera per uno stile di vita coerente con tutto l’esistente, coerenza che diventa rispetto. Si vive egoisticamente perchè oltre a me “non c’è niente”. Questo è il pensiero ateo e materialista che ci ha guidato fin qui, eppure, da illuminati, senza Dio si pensava di essere più veri, più liberi, più uomini!
“Homo homini lupus” recita un detto latino e sembrerebbe che è proprio questo che una certa mentalità, mascherata di verità, bontà, felicità, libertà, abbia realizzato.

        L’uomo che non custodisce il creato non custodisce se stesso.
      Perché il creato è tutto creatura di Dio, è un organismo completo e coerente nelle sue parti: l’uomo ci vive e ne vive.

       La Giornata, non solo quella di quest’anno, ma tutte le quattordici già vissute, sono caratterizzate da una parola importantissima, più importante della tematica annuale selezionata, la quale, secondo me, ha senso solo se legata a questa parola strategica, essenziale, la parola è “CREATO”.

      Ci impegniamo a dire tante cose, noi cristiani, a parlare di tutto e di più ma ci dimentichiamo, o trascuriamo, il nostro pensiero. Parliamo come tutti e diciamo con tutti che bisogna cambiare, ma la nostra motivazione ispirante l’azione rischia di essere messa da parte, messa in sordina, silenziata. Con tutti certamente condividiamo il problema, ma non con tutti condividiamo la motivazione. Bisogna fare attenzione a non diluirci tanto da non salare più, da non illuminare più! Tutti, questo si, hanno bisogno di questi due elementi, sale e luce, e noi ne siamo i portatori, ma se il sale perdesse….

       Per noi cristiani questa parola CREATO è importantissima perché è quella che giustifica e sollecita la Giornata secondo il nostro pensiero: la nostra Fede. Tutti vogliono il rispetto della terra, ma non tutti la  considerano creazione. Con tutti condividiamo il problema del mantenere
la casa comune, la terra, pulita, ma non condividiamo il principio motivatore. Di questo dobbiamo prenderne atto, e, sapendo ciò, dobbiamo procedere, portando avanti il discorso sulla custodia del creato, motivati dalla Fede, e questo va fatto, prima di tutto, con la nostra ferma testimonianza di vita cristiana.
      Ecco che non dobbiamo mai dimenticare la Dottrina alla quale dobbiamo rimanere fedeli perché è questa che caratterizza il procedere, la prassi. Se perdiamo la dottrina, la fede, poi la prassi è un adattamento alle mode, alle opportunità, alle convenienze, ma stiamo giocando? Ci affanniamo per cosa?
       Per noi la Giornata per la custodia del creato, come ogni Giornata che la Chiesa ci propone, è, prima di tutto, un momento di confronto con Dio, con la nostra fede, quasi un esame di coscienza, ripensare alla Verità che ci impegna.

     La parola creazione dice che qualcosa che non esisteva è stato creato, fatto, ed esiste, e questo, dunque, per opera di un Creatore. Se esiste un creatore, ed esiste perché nella creazione c’è ordine matematico, e la matematica non è un opinione, ma una scienza, e se è scienza c’è ragione, intelligenza, è questa presenza, del Creatore, che ci richiama a riferirci a Lui perché è lui che dà senso a tutto ciò che ha creato.
     Allora, ciò che è stato creato, ha un senso, un motivo, un perché, e questo è dato dal Creatore. Questo lo possiamo già intuire con la nostra intelligenza, guardandoci attorno e costatando che tutto segue un ordine, proporzionato, armonico, completo: “ovunque lo sguardo io giro immenso Dio ti vedo” (Metastasio).
Ma dobbiamo riconoscere che tutta questa bellezza e armonia è rovinata a causa di un cattivo comportamento opera di una sola creatura capace di rovinare perché, pur essendo parte della creazione, ha potere sulla creazione perché ha la razionalità. Una preghiera della Chiesa dice “A tua immagine hai formato l’uomo, alle sue mani operose hai affidato l’universo perché nell’obbedienza a te, suo creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato” (Preghiera Eucaristica IV).

       Dio è il creatore: “Credo in un solo Dio creatore del cielo e della terra e di tutte le cose visibili ed invisibili”, creatore di tutte le cose, per noi cristiani questa deve essere la prima verità con la quale vivere questa specifica Giornata. Non possiamo accogliere modalità di lettura o prassi che eliminino Dio dall’ orizzonte di tutto ciò che esiste e concentrare tutto sull’ azione dell’uomo, l’uomo non è Dio e non è creatore, è solo custode a nome di Dio al quale dovrà riconsegnare ciò che gli è stato affidato, ma migliorato e sviluppato.

     Per noi cristiani Dio ha creato ogni cosa dal nulla, ha creato con un progetto e questo progetto è Gesù Cristo il Figlio di Dio incarnato: “tutto è stato creato per mezzo di Lui e in vista di Lui”, scrive S. Paolo. L’uomo, creato a Sua immagine e somiglianza, è in vista dell’Incarnazione del Figlio di Dio, per questo nella creazione è messo al vertice delle creature, signore e custode del creato.
      L’uomo è stato creato per ultimo, ma è il primo che è stato pensato, in vista di Cristo, le altre creature sono create prima dell’uomo perché l’uomo avesse potuto vivere e così portare a compimento la creazione, quando “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.

       E’ l’uomo, quindi, che deve essere consapevole di appartenere a questo progetto di Dio ed è chiamato ad amarlo a mantenerlo, custodirlo, perché è lui l’elemento discriminante, se fallisce lui ne risente tutto il  resto. Per ciò gli occorre la relazione, il relazionarsi, col Creatore, con Dio, altrimenti, l’uomo fa del disegno divino quello che vuole (e siccome l’egoismo e la presunzione sono stati sempre i motivi di ogni distruzione, con l’uso e l’abuso di tutto ciò che è stato creato con l’uomo e per l’uomo), così si da la zappa sui piedi! Ci facciamo male da soli.

      La prima vera custodia del creato è la custodia di una creatura:
l’uomo.
     Se l’uomo non è custodito, non si custodisce, secondo il progetto di Dio, come è stato voluto, per quello che è stato voluto, se questo disegno di Dio non è considerato, ma disatteso, è rifiutato, misconosciuto, anzi, è negato, il mio impegno a cosa conduce? Una soddisfazione eccitante di un momento, ho fatto qualcosa con altri, ma senza incidere realmente, permanentemente e motivatamente nella mia vita, e nel creato. Quante manifestazioni, quante marce, quali risultati? La fobia del tutti insieme a fare la stessa cosa, sta diventando una mania, quasi una sbronza, che al risveglio ci fa ancora accorgere di “essere nudi”, di aver “lavorato” tanto e non essere riusciti a combinare nulla.
    Se manca il riferimento al Progetto, l’euforia del momento, della giornata, presto o tardi verrà soppiantata da un’altra iniziativa che, magari ideata a tavolino catalizzerà la nostra attenzione.
 Guardiamo come l’impresa edile, per costruire un edificio, fa riferimento al progetto/disegno dell’Architetto, non avanza a occhio, ne per aggiustamenti apportati volta per volta, man mano che si procede, sarebbe una costruzione quantomeno insicura. C’è un Architetto che disegna e dà le misure, un Geometra che sorveglia sull’applicazione del progetto e l’impresa che attualizza e concretizza.

      Per noi cristiani è importante mantenere il quadro con la cornice cioè il disegno: Dio il creatore e la Sua creazione motivata, sensata. Solo così anche le tematiche particolari, che annualmente sottolineano un punto del
discorso sul creato, e quest’anno è la “biodiversità”, hanno un significato, ma solo all’interno della cornice e dell’intero dipinto. Non si può capire un’opera d’arte se prima non la consideri in sè, chi l’ha fatta, per quale scopo, per quale utilizzo, allora anche i particolari assumono una motivazione che approfondiscono il senso del quadro e ne aumentano il pregio. Altrimenti il particolare diventa un assoluto (momentaneo) senza senso perché mancante del collegamento col tutto e diremo, e scriveremo pure tante cose, forse anche belle, ma slegate, come le palle dell’albero di Natale, se non le posizioni sull’albero sono belle, ma non hanno senso, rotolano dappertutto e vengono anche pestate.

     Fratelli, sorelle, parrocchiani custodire il creato è custodire la relazione con Dio creatore, custodire il creato è custodire l’uomo dall’inquinamento e, prima di tutto, dal mal vivere che è essenzialmente mancanza o rifiuto di Dio. Come custodire il creato? Custodendo l’uomo dall’inquinamento etico e morale. Come custodire l’uomo? Riportarlo a Dio riportandogli Dio in Cristo e nella Chiesa, Una, Santa, Cattolica ed Apostolica. E’ questo il lavoro di evangelizzazione e di catechesi che non possiamo trascurare a partire dai nostri ragazzi che si apprestano a vivere il cammino di catechesi annuale, la preparazione ai Sacramenti, senza dimenticare le famiglie coi loro problemi, difficoltà, sofferenze. Portare Dio, portare a Dio, annunciare Cristo, far incontrare una comunità, la Chiesa, viva di fede, speranza e carità.

      Custodito l’uomo è custodita la creazione, e l’uomo comincia a sperimentare quello che sarà la vita felice, la vita beata, la vita eterna.

      Maria ha custodito la sua umanità secondo il progetto di Dio, Ella ci aiuti in questo lavoro di custodia personale e comunitaria dell’umanità.


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