Isaia 45,22
“Volgetevi a me e sarete salvi, paesi tutti della terra, perché
io sono Dio, non ce n’è altri”.
Con queste parole del Profeta Isaia, cari parrocchiani, vogliamo affrontare questa situazione di emergenza “non come quelli che non hanno speranza” (1Ts 4,13) ma come quelli che sanno che “la salvezza viene dal Signore” (Sal. 3,9).
Come disse un giorno S. Pietro al povero che chiedeva l’elemosina, ma al quale non poteva dare nulla perché non aveva ciò che il povero chiedeva, cosi ci troviamo, ci sentiamo, anche noi, poveri di mezzi umani, quasi impacciati di fronte a questa epidemia virale.
Ma non è così!
Pietro ha consapevolezza di non avere le “cose” ma è cosciente di avere “Qualcuno”: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!» (Att. 3,6).
Noi, con Pietro, abbiamo il Nome, cioè la Persona di Gesù, è lui che ha detto : “…io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Egli è nel Tabernacolo delle nostre chiese, la Sua presenza Eucaristica è la conferma di ciò che ha detto riguardo al Suo rimanere sempre con noi.
Siamo persone poste, messe, in stato di limitazioni, per evitare che il contagio si espanda, ma siamo anche cristiani che sanno che l’aiuto ci giunge dal Signore a Lui dobbiamo chiedere e supplicare che questo virus non ci contagi, non contagi nessuno, particolarmente la nostra Comunità.
Facciamo anche noi, come del resto hanno fatto, prima di noi, tanti cristiani che scopertisi impotenti di fronte a varie calamità, sono ricorsi al Signore e supplicare la sua misericordia, facendo penitenza ed elevando preghiere e suppliche, fino a formulare voti personali e comunitari al fine di essere liberati dal male per una nuova presenza del Bene.
In questi giorni se possiamo passiamo in Chiesa a pregare. Continuiamo a pregare, fare penitenza, supplicare il Signore nelle nostre case usando anche quella preghiera che già da qualche tempo, come comunità, recitiamo ogni giorno in chiesa. Uniamoci a coloro che davanti al Tabernacolo, come novelli Mosè, con le braccia alzate invocano da Dio la vittoria.
Rimaniamo uniti nella fede, e la preghiera fatta con fede otterrà la salvezza!
Non lasciamoci vincere dalla sfiducia o dal dubbio.
Dobbiamo dubitare di noi non di Dio!
Siamo noi che combiniamo questi disastri, Dio ha creato tutto con sapienza, amore e ordine, il disordine l’abbiamo portato noi umanità che pensiamo di essere come Dio, anzi di prendere il posto di Dio e oggi scopriamo che non ne abbiamo ne capacità ne forza, ma solo l’arroganza.
Ecco perché noi credenti sappiamo che, insieme a quelle norme civili che ci vengono richieste e da rispettare, dobbiamo noi, prima di tutti, ritornare a Lui con “Uno spirito contrito… un cuore affranto e umiliato” (Sal 51,19, ritornare a Lui medico dei corpi e delle anime, della persona integrale, coscienti dei nostri limiti e dei nostri peccati, ma altrettanto coscienti del suo amore infinito, e così, attraverso la nostra umile, semplice, coerente testimonianza di fede, il mondo creda e con noi tutti tornino a Lui “Vogliamo venire con voi, perché abbiamo compreso che Dio è con voi” (Zc 8,23).
La Madre di Dio qui venerata col dolce titolo della Consolazione, ci sostenga con la sua presenza materna, e col suo invito: “fate quello che vi dirà” ci spinga ad aderire sempre più al Figlio suo e Signore nostro Gesù Cristo.
IL Parroco