
La festa è un giorno, un tempo, di gioia, di felicità perché è successo qualcosa di bello e di importante che ci rende felici.
*Facciamo festa a Pasqua perché Gesù è Risorto da morte.
*Facciamo festa il 15 agosto perché la Madre di Dio è assunta in cielo.
*Facciamo festa per la prima Confessione di questi bambini.
Nella Confessione il Signore perdona i nostri peccati e ci ridona la bellezza del giorno del nostro Battesimo
La Confessione è Gesù stesso che l’ha istituita il giorno di Pasqua; apparendo ai suoi Apostoli consegnò loro il Sacramento del nostro perdono:
“La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». 22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.(Gv 20,19-23)
Quando ci andiamo a Confessare siamo chiamati a dire i nostri peccati a cominciare da quelli più gravi, detti mortali, a quelli meno gravi, detti veniali. Certo che Dio li conosce già ma dobbiamo riconoscerli noi e chiamarli per nome: è un atto di verità e di umiltà.
Quando andiamo dal dottore, perché si sta male, noi dobbiamo dirgli cosa ci fa male o dove ci fa male, lui ci visita e ci da la cura. Se noi al dottore non ci andiamo o non gli diciamo niente, perché ci vergogniamo o perché pensiamo che non sia grave la nostra indisposizione, lui non può fare nulla anche se potrebbe e vorrebbe curarci.
Così nella Confessione, dobbiamo riconoscere i nostri peccati, i nostri “mali”, e dirli al Signore, presente nel Sacerdote. La nostra umiltà e la grazia di Dio ci ridonano la bellezza perduta come avvenne per il figlio prodigo della parabola di Luca 15,22ss:
“….Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa”.
“E cominciarono a far festa” così, anche la nostra comunità parrocchiale, domenica 30 maggio, nel pomeriggio, alle 15,30, si ritroverà in chiesa coi bambini e le loro famiglie e farà festa.
E’ una festa che si ripete per ciascuno di noi ogni volta che ci Confessiamo perché, ogni volta che ritorniamo pentiti dal Signore, riconoscendo i nostri peccati, impegnandoci a fuggire il peccato, a non commetterlo più, riceviamo il perdono dal Signore attraverso il sacerdote