Mese di Novembre |
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1 Novembre
Solennità di tutti i santi che sono con Cristo nella gloria. Della loro comunione il cielo esulta, la santa Chiesa ancora pellegrina sulla terra venera con gioia la memoria in un solo giorno, perché sia stimolata dal loro esempio, gioisca della loro protezione e finalmente raggiunga trionfante il trono della divina maestà. A Terracina, sul litorale laziale, san Cesario, martire. A Digione, in Francia, san Benigno; è venerato come sacerdote e martire. Nell’Alvernia, sant’ Austremonio. Secondo la tradizione fu l’evangelizzatore di questa regione. In Persia, il ricordo dei santi martiri Giovanni, vescovo e Giacomo, sacerdote, i quali furono incarcerati al tempo del re Sàpore II e dopo un anno consumarono il loro martirio con la spada. A Parigi, san Marcello, vescovo. A Bourges, in Francia, san Romolo, sacerdote e abate. A Tivoli, nel Lazio, san Severino, monaco. A Milano, in Lombardia, san Magno, vescovo. A Bayeux, in Francia, san Vigor, vescovo, discepolo di san Vedasto. Ad Angers, in Francia, san Licinio, vescovo, al quale san Gregorio Magno raccomandò alcuni monaci diretti in Inghilterra. A Larchant, nella regione di Sens, san Maturino, sacerdote. A Thèrouanne, in Belgio, sant’Audomàro, già discepolo di sant’Eustasio, abate di Luxeuil; eletto vescovo di questa città, si adoperò per far rifiorire la fede cristiana. A Sansepolcro, san Raniero d’Arezzo, religioso francescano, illustre per umiltà, povertà e pazienza. A Lisbona, in Portogallo, il beato Nuno Alvarez de Pereira, il quale, prima comandante generale delle forze armate del regno, poi divenuto fratello laico carmelitano, condusse una vita povera e nascosta in Cristo. A Shimabara, in Giappone, i beati martiri Pietro Paolo Navarro, sacerdote, Dionigi Fujishima e Pietro Onizucha Sandayn, religiosi gesuiti e Clemente Kyuemon. Furono bruciati vivi in odio alla fede cristiana. Nella città di Hai Duong, in Vietnam, i santi martiri Girolamo Hermosilla e Valentino Bercio Ochoa, vescovi e Pietro Almato Ribeira, sacerdote, domenicani. Furono uccisi con la decapitazione per ordine dell’imperatore Tu Duc. A Monaco di Baviera, il beato Ruperto Mayer, sacerdote gesuita, il quale, zelantissima guida del popolo di Dio; grande sostenitore dei diritti dei poveri ed eccellente predicatore, dovette subire le persecuzioni del regime nazista, prima rinchiuso in un campo di concentramento, poi internato in un monastero, privato di ogni contatto con il mondo circostante. Nella città di Mukacevo, il beato vescovo e martire Teodoro Giorgio Romza. Al tempo della persecuzione contro i cristiani, meritò la palma del martirio per essere rimasto fedele alla Chiesa. |
2 Novembre
La commemorazione di tutti i fedeli defunti, per mezzo della quale, la pia Madre Chiesa, dopo essersi adoperata a celebrare con degne lodi tutti i suoi figli che già esultano in cielo, si prende cura di intercedere presso Dio per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduto nel segno della fede e si sono addormentati della speranza della risurrezione, nonché per tutti coloro vissuti dall’ inizio del mondo, la cui fede è conosciuta soltanto agli occhi di Dio, perché, purificati dalla macchia del peccato ed entrati a far parte della compagnia dei cittadini celesti, possano finalmente godere della visione del volto di Dio. Il ricordo di san Vittorino, vescovo di Pettau, in Slovenia. Famoso esegeta, scrisse molti libri per spiegare le Sacre Scritture e morì martire durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano. A Trieste, san Giusto, martire. A Sebaste, in Armenia, i santi martiri Carterio, Stirìaco, Tobia, Eudosio, Agàpio e compagni, i quali, essendo soldati ed essendo rimasti saldi nella fede di Cristo, si dice che siano stati bruciati vivi, al tempo dell’imperatore Licinio. In Persia, i santi martiri Acìndino, Pegasio, Aftònio, Elpidèro e Anempodisto e molti altri compagni. Secondo la tradizione, furono uccisi per la loro fede sotto il re Sàpore II. Il ricordo di san Marciano, eremita, il quale, nativo di Cyrrhus, in Siria, si ritirò in un eremo vicino a Calci, dove si costruì una piccola dimora, nutrendosi con un tozzo di pane e con acqua soltanto la sera, anteponendo tuttavia l’amore fraterno al digiuno. Il ricordo di sant’Ambrogio, abate del monastero di Agauno, in Svizzera, il quale, prima superiore di Santa Barbara, vicino a Lione, si trasferì poi nel luogo dove istituì l’usanza della “lode perenne”, “laus perennis”. Presso un pozzo in località Holywell, nel Galles, santa Winefrida, vergine. E’ venerata come una santa monaca. A Vienne, in Francia, san Giorgio, vescovo. Nel monastero di Chiaravalle, in Francia, la sepoltura di san Malachia, vescovo di Down e Connor, in Irlanda. Fece rifiorire la vita della chiesa locale e mentre era in viaggio per Roma, rese il suo spirito a Dio a Chiaravalle, alla presenza di san Bernardo. Ad Argentan, in Francia, la beata Margherita di Lorena, prima duchessa di Alençon, la quale, rimasta vedova, si fece monaca clarissa nel monastero fatto costruire da lei stessa. Ad Andover, in Inghilterra, il beato Giovanni Bodey, insegnante. Per aver rifiutato di riconoscere la supremazia della regina Elisabetta I sugli affari religiosi, fu impiccato e poi squarciato. A Casale, in Italia, il beato Luigi Campielli, religioso passionista. Ancora giovane, colpito da tubercolosi, si abbandonò totalmente alla volontà di Dio. |
3 Novembre
San Martino de Porres, religioso domenicano. Figlio di un cavaliere spagnolo e di madre indigena, fin da giovane, sebbene ostacolato dalle difficoltà provenienti dalla sua condizione di figlio illegittimo e meticcio, imparò l’arte medica, che in seguito, divenuto religioso, esercitò largamente a vantaggio dei poveri a Lima, in Perù. Dedito al digiuno, alla penitenza e alla preghiera, condusse una vita umile e povera, illuminata dall’amore per Dio e per il prossimo. A Cesarea, nella Cappadocia, i santi martiri Germano, Teofilo e Cirillo. Ad Agrigento, in Sicilia, san Libertino, vescovo e martire. A Lauragais, in Francia, san Papulo, venerato come martire. A Viterbo, nel Lazio, i santi martiri Valentino, sacerdote e Ilario, diacono. Nella Bretagna, san Guenaele, ritenuto abate di Landevennec. A Roma, il ricordo di santa Silvia, madre di san Gregorio Magno. Lo stesso pontefice nei suoi scritti testimonia che la serva di Dio raggiunse il vertice della preghiera e della penitenza e che fu per il prossimo esempio eccelse virtù. A Vienne, in Francia, san Donnino, vescovo, il quale si dedicò con particolare zelo a riscattare i prigionieri. Nel monastero di Hornbach, in Germania, la sepoltura di san Pirmino, vescovo e abate. Evangelizzò le popolazioni germaniche, fondò molti monasteri sotto la regola di san Benedetto e scrisse per i discepoli un manuale di istruzioni per il popolo. In un monastero della Bitinia, il ricordo di san Giovanniccio, monaco, il quale, lasciata la carriera militare dopo più di 20 anni di servizio, condusse vita eremitica sul monte Olimpo, solito a concludere la preghiera con queste parole: “La mia speranza Dio, il mio rifugio Cristo, il mio protettore lo Spirito Santo”. In Belgio, la commemorazione di santa Odrade, vergine. A Urgell, in Spagna, sant’Ermengaudio, vescovo, considerato uno dei più illustri presuli per essere riuscito a rifondare la Chiesa dopo la dominazione dei Mori. Morì con la testa fratturata cadendo da un’altura, mentre stava costruendo con le sue mani un ponte. A Teramo, in Abruzzo, san Berardo, vescovo. Si distinse per la lotta contro la simonia, per la restaurazione della disciplina ecclesiastica e per l’aiuto e la protezione dei più poveri. A Cudot, piccolo villaggio della Francia, la beata Alpaide, vergine, la quale, crudelmente maltrattata da bambina e abbandonata dai suoi genitori, terminò i suoi giorni rinchiusa in una angusta cella. Nel monastero di Fischingen, in Svizzera, santa Ida, reclusa. A Rimini, il beato Simone Balacchi, religioso domenicano. Spese tutta la sua vita al servizio dei fratelli, dedito alla penitenza e alla preghiera. A Milano nasce oggi san Carlo Borromeo, la cui memoria liturgica si celebra domani. Nella fortezza di Xa Doai, in Vietnam, il santo martire Pietro Francesco Nèron, sacerdote delle Missioni Estere di Parigi, il quale, sotto l’imperatore Tu Duc, visse per tre mesi rinchiuso in una gabbia; crudelmente torturato, dopo tre settimane di digiuno assoluto, fu decapitato. |
4 Novembre
La memoria di san Carlo Borromeo, vescovo. Dallo zio Pio IV fu fatto cardinale ed eletto vescovo di Milano. In questa sede si dimostrò autentico pastore del gregge, preoccupandosi delle necessità della Chiesa del suo tempo. Indisse sinodi e istituì seminari per la formazione del clero; visitò più volte la sua diocesi per promuovere un livello alto di vita cristiana e svolse la più intensa attività in ogni settore, per la salvezza delle anime. Raggiunse la patria celeste il 3 di Novembre. A Bologna, i santi martiri Vitale e Agricola, dei quali, come narra sant’Ambrogio, il primo era già stato servo del secondo, quindi fratello nella fede e compagno nel martirio. Contro lo stesso Vitale poi i persecutori esercitarono ogni genere di tormenti, così che nel suo corpo non vi era alcun luogo senza piaga; Agricola poi, affatto spaventato dal supplizio riservato ai servi, imitò la sorte del compagno con la crocifissione. A Mira, nella Licia, i santi martiri Nicandro, vescovo ed Ermete, sacerdote. Il ricordo di san Pierio, sacerdote alessandrino, il quale, famoso per la conoscenza delle dottrine filosofiche, ma più illustre per la purezza di vita e per la volontaria povertà, governando Teòna la Chiesa alessandrina, insegnò con grande perizia le divine Scritture al popolo e terminata la persecuzione, si riposò in pace a Roma. Presso Rodez, in Francia, sant’Amanzio, vescovo, del quale si dice che sia stato il primo pastore di questa città. A Maastricht, in Olanda, san Perpetuo, vescovo. A Treviri, in Germania, santa Modesta, badessa. Consacrata a Dio fin dalla giovinezza, fu la prima superiora delle monache del cenobio di Ohren e fu in grande amicizia con santa Gertrude di Nivelles. A Szèkesfehèrvàr, in Ungheria, sant’Enrico, figlio di santo Stefano, re degli Ungheresi, morto prematuramente. A Padova, la beata Elena Enselmini, vergine clarissa. Sopportò con grande pazienza infinite sofferenze, tra cui la perdita della parola. Vicino a Meaux, in Francia, san Felice di Valois, il quale, dopo aver condotto vita solitaria, si dice che abbia fondato l’Ordine della Santissima Trinità per la redenzione degli schiavi insieme con san Giovanni de Matha. Nel convento di Coutes, vicino a Nantes, la beata Francesca de Amboise, duchessa di Bretagna. Fu la prima ad introdurre in Francia l’Ordine carmelitano del ramo femminile, nel quale poi, rimasta vedova, entrò come infermiera. |
5 Novembre
A Cesarea, in Palestina, san Donnino, martire, il quale, giovane medico, agli inizi della persecuzione dell’imperatore Diocleziano, fu condannato ai lavori forzati nelle miniere, dove fu sottoposto a terribili pene e per essere rimasto fedele alla sua fede e per averla impavido testimoniata, nel quinto anno di persecuzione, fu fatto bruciare vivo dal prefetto Urbano. Ancora a Cesarea, i santi martiri Teòtimo, Filòteo e Timoteo. Erano giovani destinati ai giochi circensi per il divertimento della plebe e insieme con il vecchio sant’Aussenzio furono dati in pasto alle fiere. Santa Bertilla, prima badessa del monastero di Chelles, presso Meaux. A Treviri, in Germania, san Fibicio, vescovo. Nella Bretagna, san Guetnoco, che è venerato come fratello dei santi Vinvaleo e Giacuto. A Bèziers, in Francia, san Geraldo, vescovo, uomo di grande onestà e semplicità; malvolentieri accettò la nomina a vescovo, preferendo rimanere canonico regolare. A Costantinopoli, il beato Gomidas Keumurgian, sacerdote e martire, padre di famiglia. Nato e ordinato sacerdote nella Chiesa armena, per aver professato e strenuamente difeso la fede proclamata dal Sinodo di Calcedonia, dovette molto soffrire, finchè fu decapitato mentre recitava il Credo. Presso il fiume Hung Yen, nel Vietnam, san Domenico Mau, sacerdote domenicano e martire. Durante la persecuzione dell’imperatore Tu Duc, perché mostrava pubblicamente la corona del Rosario ed esortava i cristiani alla professione di fede, venne condotto sul luogo della decapitazione, mentre pregava con le mani giunte come se fosse davanti all’altare. A Parma, il beato Guido Maria Conforti, vescovo. Da buon pastore vigilò sempre nella difesa della fede della Chiesa e del popolo e spinto dal grande amore per le missioni, fondò la Pia Società di san Francesco Saverio. A Madrid, in Spagna, il beato Giovanni Antonio Burrò Mas, religioso dell’Ordine di san Giovanni di Dio ( Fatebenefratelli ) e martire, ucciso durante la persecuzione contro la Chiesa per aver testimoniato il Vangelo. In località El Saber, presso Valencia, in Spagna, la beata Maria del Monte Carmelo Viel Ferrando, vergine e martire, che nella stessa persecuzione contro la Chiesa portò a termine un’egregia battaglia per Cristo. Presso Monaco di Baviera, in Germania, il beato Narciso Putz, sacerdote e martire. Durante l’invasione germanica della Polonia, per il suo attaccamento alla Chiesa, fu rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau, dove morì stroncato dalle innumerevoli sofferenze. Presso la città di Hof, in Germania, il beato Bernardo Lichtenberg, sacerdote e martire. Poiché venivano offesi Dio e la dignità degli uomini, si era fatto pubblico difensore dei Giudei maltrattati e incarcerati; proprio per questo fu catturato e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau; durante la deportazione, barbaramente picchiato, impavido rese l’anima a Dio. Nel campo di concentramento di Abez, nella Russia siberiana, il beato Gregorio Lakota, vescovo di Przemysl e martire. Durante la persecuzione contro la fede, affrontò vittorioso per Cristo le sofferenze corporee con una morte impavida. |
6 Novembre
A Tunisi, in Africa, san Felice, martire. Sant’Agostino parlando al popolo disse di lui : “Veramente felice, per il nome e per la corona. Ha confessato Cristo ed è stato destinato ai tormenti; il suo corpo fu trovato esamine nel carcere il giorno prima di quello fissato per l’esecuzione”. Il ricordo di san Paolo, vescovo di Costantinopoli e martire. Più volte esiliato dagli ariani a motivo della fede proclamata nel Concilio di Nicea e più volte restituito alla sua sede. Dall’imperatore Costantino fu relegato a Cucuso, piccolo borgo dell’Armenia, dove si dice sia stato barbaramente strangolato dagli ariani. A Rennes, in Francia, san Melanio, vescovo. Costruì con le sue mani presso un fiume una chiesa e vi radunò molti monaci per la lode divina, dove piamente morì. Nel monastero di Llanilltud Fawr, nel Galles, intitolato al suo nome, sant’Iltuto, abate. In questo luogo fondò un cenobio, dove per la fama della sua santità e della sublime scienza, radunò molti discepoli. A Noblac, in Francia, san Leonardo, eremita. A Gerusalemme, i santi martiri Callinìco, Imerio, Teodoro, Stefano, Pietro, Paolo, un altro Teodoro, Giovanni, un altro Giovanni e qualcun altro dal nome sconosciuto, soldati, i quali, quando i Saraceni occuparono la città di Gaza, furono fatti prigionieri dai nemici, ma, incoraggiati dal santo vescovo Sofronio, confessarono impavidi Cristo; per questo subirono il martirio con la decapitazione. A Barcellona, in Spagna, san Severo, vescovo. Si dice che sia morto martire. In Svizzera, san Protasio; si celebra come vescovo di Losanna. Nel Galles, san Vinnoco, abate, il quale, nativo della Bretagna, fu accolto da san Bertino tra i monaci di Sithin; fondò il monastero di Wormhout, di cui divenne superiore, profondendo in questa impresa tutte le sue forze. Ad Apt, nella Francia Meridionale, santo Stefano, vescovo, noto per la sua mansuetudine. Fu pellegrino per due volte a Gerusalemme e ricostruì la Cattedrale della città. In Germania, san Teobaldo, sacerdote, canonico regolare con il compito di ostiario della Cattedrale. Non uscì mai fuori delle mura dell’episcopato, se non per assistere gli infermi e sovvenire alle loro necessità. A Koln, sempre in Germania, la beata Cristina di Stommeln, vergine. In stretta comunione con la passione di Cristo, riuscì a superare tutte le attrattive del mondo. |
7 Novembre
A Pavia, nel Veneto, san Prasdòcimo, che si dice sia stato il primo vescovo di questa città. A Neocesarea, nel Ponto, sant’Atenodòro, vescovo, fratello di san Gregorio il Taumaturgo, il quale progredì così tanto nella conoscenza delle Sacre Scritture da essere stimato degno, sebbene ancora giovane, di occupare la sede vescovile. Ad Albi, in Francia, il ricordo di sant’Amaranto, martire. A Melitene, in Armenia, i santi martiri Ierone e molti altri compagni. A Perugina, in umbria, sant’Ercolano, vescovo e martire. Fu decapitato per ordine di Totila, re dei Goti. A Tours, in Francia, san Baldo, vescovo. Distribuì in elemosina ai poveri tutto l’oro che aveva lasciato il suo predecessore. A Congresbury, in Inghilterra, san Cùngaro, abate, di nascita bretone. Molti villaggi e chiese portano il suo nome. A Strasburgo, in Francia, il ricordo di san Fiorenzo, vescovo, successore di sant’Arbogasto. A Echternacht, in Lussemburgo, la sepoltura di san Villibrordo. Inglese di nascita, ordinato vescovo di Utrecht dal santo papa Sergio I, evangelizzò le popolazioni dell’Olanda e della Danimarca, finchè, debilitato per il gran lavoro e per l’età, si ritirò nel monastero da lui fondato, dove santamente morì. Vicino ad Efeso, san Lazzaro, stilita. Visse per molti anni e in varie località su una colonna, portando addosso anche pezzi di ferro e catene, mangiando solo pane e bevendo solo acqua. La sua vita oltremodo austera, attirò moltissimi discepoli. A Colonia, in Germania, sant’Engelberto, vescovo. Morì mentre era in viaggio sotto i colpi di alcuni sicari per aver difeso la giustizia e la libertà della Chiesa. Nel villaggio di Pofi, nel Lazio, il beato Antonio Baldinucci, sacerdote gesuita. Promosse con grande fervore le missioni tra il popolo. Nella città di Ket Cho, in Vietnam, i santi Giacinto Costaneda e Vincenzo Le Quang Liem, sacerdoti domenicani e martiri. Portarono a compimento la diffusione del Vangelo con lo spargimento del loro sangue. In località Zunyi, in Cina, san Pietro Wu Guosheng, catechista e martire. Fu strangolato per Cristo. Vicino a Cremona, il beato Vincenzo Grossi, sacerdote. Mentre era parroco fondò l’Istituto delle Figlie dell’Oratorio. |
8 Novembre
Memoria dei santi Semproniano, Claudio, Nicòstrato, Castorio e Simplicio, martiri. Secondo la tradizione, furono scalpellini a Sirmio, in Pannonia e poiché si rifiutarono, in nome di Gesù Cristo, di intagliare la statua del dio Esculapio, vennero per questo gettati nel fiume per ordine dell’imperatore Diocleziano e Dio li coronò così della grazia del martirio. Per costoro sorse venerazione a Roma, sin dai tempi più remoti, nella Basilica Celimontana intitolata ai Quattro Coronati. A Tours, in Francia, san Chiaro, sacerdote, discepolo di san Martino. Si fece una abitazione presso il monastero del vescovo, dove radunò molti fratelli. A Roma, presso san Pietro, sant’Adeodato I, papa. Amò il clero e il suo popolo e fu pieno di semplicità e sapienza. A Brema, in Germania, san Villeàdo, vescovo. Nato a Northumbria e amico di Alcuino, propagò il Vangelo, dopo san Bonifacio, in Frigia e in Sassonia e ordinato vescovo stabilì la sede a Brema, che sapientemente governò. A Soissons, in Francia, san Gottifrèdo, vescovo di Amiens. Dovette molto soffrire nel ristabilire la vita monastica, nel comporre i dissidi tra i signori e il popolo della città e nella riforma dei costumi del clero e del popolo. Nel monastero di san Vittore a Marsiglia, in Francia, il beato Ugo de Glazinis, monaco. Si dedicò all’edificazione della chiesa e del cenobio. A Colonia, in Germania, il beato Giovanni Duns Scoto, sacerdote dell’Ordine dei Minori. Originario della Scozia, insegnò filosofia e teologia a Cambridge, a Oxford, a Parigi e infine a Colonia; fu maestro famoso per il sottile ingegno e il mirabile fervore. A Monte Novo, nelle Marche, la beata Maria Crocifissa Satellico, badessa dell’Ordine delle Clarisse. Fu arricchita di doni mistici nella contemplazione del mistero della croce. A Nam Dinh, in Vietnam, il ricordo dei santi Giuseppe Nguyen Dinh Nghi, Paolo Nguyen Ngan, Martino Ta Duc Thin, presbiteri, Martino Tho e Giovanni Battista Con, contadini. Vennero tutti decapitati per la loro fede cristiana sotto l’imperatore Thieu Tri. |
9 Novembre
Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, costruita da Costantino in onore del Cristo Salvatore per la residenza dei vescovi di Roma, la cui celebrazione annuale nella Chiesa latina è segno di amore e di umiltà con il papa romano. Presso Bourges, in Francia, sant’Orsino, primo vescovo, che annunciò Cristo Signore al popolo e costruì la chiesa per i credenti, che provenivano in gran parte dai poveri, dalla casa di Leocaldo, senatore delle Gallie ancora pagane. A Napoli, sant’Agrippino, vescovo. Fu tra i primi ad avere il titolo di difensore della città, come attestano gli antichi monumenti. A Verdun, in Francia, san Vitone, vescovo. A Costantinopoli, le sante Eustòlia e Sòpatra, vergini e monache. A Lodève, in Francia, san Giorgio, vescovo. A Signa, in Toscana, la beata Giovanna, vergine. Visse in solitudine per amore di Cristo. Ad Ancona, nelle Marche, il beato Gabriele Ferretti, sacerdote dell’Ordine dei Minori, illustre per la cura dei piccoli e dei malati e per l’obbedienza e l’osservanza della regola. A Bologna, il beato Ludovico Morbioli, il quale, da una vita di vizi si convertì a Dio, scelse un modo di vivere durissimo di penitenza e richiamò con l’esempio e la parola i cittadini alla pietà. A Murano, nel Veneto, il beato Graziano di Càttaro, religioso dell’Ordine di sant’Agostino, il quale, mentre pescava su una barca per procurarsi il cibo, colpito dai discorsi del beato Simone da Camerino, chiese di indossare l’abito religioso e condusse una vita piissima. Ad Oxford, in Inghilterra, il beato Giorgio Napper, sacerdote e martire. Operò con grande oculatezza e sapienza, sia esercitando clandestinamente il ministero, sia in prigione, per guadagnare anime alla Chiesa di Cristo. Meritò di ricevere la corona del martirio sotto re Giacomo I, a motivo del suo sacerdozio. A Digione, in Francia, la beata Elisabetta della SS.ma Trinità Catez, vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze. Fin da fanciulla si sforzò di approfondire e contemplare il Mistero della SS.ma Trinità e ancora giovane, afflitta da molte sofferenze, pervenne, come desiderava, “all’amore, alla luce, alla vita”. Nella cittadella di Borysòw, in Polonia, il ricordo del beato Enrico Hlebowicz, sacerdote e martire. Venne fucilato in odio alla fede durante alla guerra. |
10 Novembre
Memoria di san Leone I, papa e dottore della Chiesa, il quale, nato in Toscana, prima fu un diligente diacono della città di Roma, poi eletto alla cattedra di Pietro meritò di essere chiamato Magno ( il Grande ), sia per aver nutrito il suo popolo con sermoni raffinati e prudenti, sia per aver riaffermato la retta dottrina sull’Incarnazione di Dio, per mezzo dei suoi legati al Concilio Ecumenico di Calcedonia. Morì a Roma, presso S. Pietro, dove in questo giorno fu sepolto. In Persia, san Demetrio, vescovo di Antiochia. Fu deportato in esilio dal re Sàpore I. A Tyana, in Cappadocia, sant’Oreste, martire. A Ravenna, san Probo, vescovo, al cui nome san Massimiano vescovo dedicò la celebre basilica di Classe. In Persia, i santi martiri Narsete, vescovo, venerabile vecchio e Giuseppe, suo giovane discepolo. Furono decapitati per ordine del re Sàpore II, per essersi rifiutati di adorare il sole. A Canterbury, in Inghilterra, san Giusto, vescovo. Insieme ad altri monaci fu mandato da san Gregorio Magno ad aiutare sant’Agostino per evangelizzare l’Inghilterra e poi accettò di essere eletto vescovo di questa sede. A Foro, nei pressi di Alessandria, san Baudolino, eremita. A Napoli, sant’Andrea Avellino, sacerdote della Congregazione dei Chierici Regolari, celebre per la santità e per aver procurato la salvezza del prossimo. Fece voto di progredire ogni giorno nelle virtù e ricco di meriti, morì santamente ai piedi dell’altare. A Barcellona, in Spagna, il beato Acisclo Pina Piazuelo, religioso dell’Ordine di san Giovanni di Dio e martire. Venne ucciso in odio alla religione mentre infuriava la persecuzione. |
11 Novembre
Memoria di san Martino, vescovo, nel giorno della sua deposizione. Nato in Ungheria da genitori pagani e chiamato in Francia al servizio militare, ancora catecumeno, coprì Cristo in un povero con la sua veste; ricevuto il battesimo, lasciò le armi e presso Ligugè condusse vita monastica nel cenobio da lui stesso costruito, guidato da sant’Ilario di Poitiers. In seguito, divenuto sacerdote e vescovo di Tours, si presentò come il buon pastore, fondò monasteri e parrocchie nei villaggi, istruì e rappacificò il clero, evangelizzò i contadini, fino a che andò al Signore a Candes. Oltre il lago di Mareotis, in Egitto, il ricordo di san Menna, martire. Ad Avence, in Francia, san Verano, vescovo. Figlio di sant’Eucherio, vescovo di Lione, educato nel monastero di Lèrins, scrisse una lettera al papa san Leone Magno, ringraziandolo per le sue lettere a Flaviano sulla fede nel Verbo Incarnato. In Abruzzo, san Menna, solitario, delle cui virtù parla san Gregorio Magno, papa. Nell’isola di Cipro, il transito di san Giovanni l’Elemosiniere, vescovo di Alessandria, celebre per la generosità verso i poveri. Pieno di amore verso tutti, curò la costruzione di chiese, ospedali e orfanotrofi. Fu sollecito nel combattere la miseria della città e per questo egli stesso distribuì i beni della Chiesa ed esortò i ricchi a fare beneficenza. Nel monastero di Madonne, in Belgio, san Bertuino, venerato come vescovo e abate. A Costantinopoli, san Teodoro Studita, abate, che fece del suo monastero una scuola per sapienti, di santi e di martiri che caddero vittime delle persecuzioni compiute dagli iconoclasti. Tre volte fu mandato in esilio, ebbe in grande onore le tradizioni dei padri della Chiesa e per spiegare la fede cattolica scrisse trattati sulla dottrina cristiana. Nel monastero di Grottaferrata, presso Roma, san Bartolomeo, abate. Nato in Calabria, seguì san Nilo in esilio di cui scrisse la vita ed essendo lui ormai moribondo, costruì il cenobio che pose sotto la disciplina ascetica degli orientali e che divenne poi sotto la sua guida, scuola di scienza e di arte. A Nagasaki, in Giappone, santa Marina de Omura, vergine e martire. Gettata in catene, venne dapprima pubblicamente oltraggiata e violata nel pudore, quindi bruciata viva. Nella cittadina di Laski Piasnica, presso Wejherowo, in Polonia, la beata Alicia Kotowska, vergine della Congregazione delle Sorelle della Risurrezione del Signore e martire. Venne fucilata durante la guerra, per aver voluto conservare intatta la propria fede. A Sofia, in Bulgaria, il beato Vincenzo Eugenio Bossilkov, vescovo di Nicopoli e martire, della Congregazione della Passione di Gesù, che sotto un regime liberticida, essendosi rifiutato di venir meno alla comunione con Roma, fu incarcerato e crudelmente torturato; quindi condannato a morte per “alto tradimento”, venne fucilato. |
12 Novembre
Memoria della passione di san Giosafat ( Giovanni ) Kuncewicz, vescovo di Polotsk, dei Ruteni e martire. Si dedicò con zelo indefesso a ricondurre il suo gregge all’unità cattolica, coltivò con amorevole devozione il rito bizantino-slavo e a Vitebsk, in Bielorussia, allora sotto la giurisdizione della Polonia, morì per l’unità della Chiesa e la difesa della verità cattolica, massacrato senza pietà da una folla inferocita a lui avversa. Ad Ancira, in Galazia, san Nilo, abate, discepolo di san Giovanni Crisostomo. Per lungo tempo guidò il cenobio propagando con scritti la dottrina ascetica. Nell’isola di Mull, in Scozia, san Macario, vescovo, originario dell’Irlanda, discepolo di san Colomba; si reputa il fondatore di questa chiesa. A Vienne, in Francia, sant’Esichio, vescovo. Da senatore fu elevato alla dignità episcopale e i suoi figli, che aveva avuto in precedenza, furono sant’ Appolonare, vescovo della Chiesa di Valance e Avito, che gli successe nella sede di Vienne. Sui monti della Gogolla, in Spagna, sant’Emiliano, sacerdote. Dopo la vita eremitica e clericale, professò quella monastica. Fu famoso per la bontà verso i poveri e per lo spirito di profezia. A Colonia, in Germania, san Cuniberto, vescovo. Dopo le invasioni barbariche nella città e in tutto il territorio, fece rifiorire la vita ecclesistica e la pietà dei fedeli. A Deventer, in Frigia, san Lebuino, sacerdote e monaco, anglosassone di nascita. Annunciò agli abitanti della regione la pace e la salvezza di Cristo. Nei pressi di Kazimierz, in Polonia, i santi Benedetto, Giovanni, Matteo e Isacco, martiri. Inviati in Polonia ad annunciare la fede cristiana, vennero sgozzati di notte da alcuni predatori. Con loro si commemora anche Cristiano, il loro servitore, che venne impiccato in terra consacrata. A Pisa, il beato Giovanni Cini, detto “della Pace”. Passò dal servizio militare a quello conventuale nel Terz’Ordine di san Francesco. Ad Alcalà de Henares, in Spagna, san Dìdaco, religioso dell’Ordine dei Minori. Sia nelle isole Canarie, sia a Roma in Santa Maria in Aracoeli, brillò per l’umiltà e l’amore verso gli infermi. A Tulimàn, in Messico, san Margarito Flores, presbitero e martire. Durante la grande persecuzione contro la Chiesa, venne arrestato e fucilato perché sacerdote, coronando così la sua vita con un nobile martirio. Nel villaggio di Alcudia de Carnet, presso Valencia, in Spagna, il beato Giuseppe Medes Ferrìs, martire, a cui il Signore, in tempo di persecuzione contro la fede, concesse il premio eterno, a motivo della sua impavida fedeltà. |
13 Novembre
A Cesarea, in Palestina, il martirio dei santi Antonino, Nicèforo, Zebìna, Germano e Mànatha, vergine. Costei, sotto l’imperatore Galerio Massimino, venne crudelmente fustigata e quindi data alle fiamme; gli altri invece, per aver accusato senza paura e pubblicamente di empietà il governatore Firmiliano che sacrificava agli dei falsi e bugiardi dei pagani, vennero decapitati. Ad Aix, in Francia, san Mitrio, il quale, benché schiavo, visse da uomo libero. A Tours, in Francia, san Brizio, vescovo, discepolo di san Martino. In seguito successe al maestro e per 47 anni più volte dovette affrontare molte avversità. In Africa, i santi martiri spagnoli Arcadio, Pascasio, Probo ed Eutichiano, che, rifiutandosi senza esitazione di aderire all’eresia ariana, vennero proscritti dal re dei Vandali Genserico, quindi mandati in esilio e sottoposti ai più feroci tormenti: morirono successivamente secondo diverse modalità di martirio. Allora anche il giovanetto Paolillo, fratello di Pascasio e di Eutichiano, si mantenne saldo: poiché non riuscirono a fargli abbandonare la fede, venne bastonato a lungo e condannato alla schiavitù più infima. A Vienne, in Francia, san Leonino, abate. Preso prigioniero dai barbari e condotto dalla Pannonia in Francia, prima ad Autun poi a Vienne, per molti anni guidò santamente monaci e monache. In Francia, san Quinziano, vescovo. Prima occupò la sede di Rodez, poi cacciato in esilio dai Goti, fu fatto vescovo degli Arverni. A Terni, in Umbria, la commemorazione di san Fiorenzo, vescovo. Di lui parla san Gregorio Magno papa, come pastore di retta dottrina e di santa vita. Inoltre si commemora sant’Amanzio, suo presbitero, uomo ricco di tutte le virtù e pieno di carità verso gli ammalati. A Rodez, in Francia, san Dalmazio, vescovo, lodato da san Gregorio di Tours per la sua generosità nel fare le elemosine ai poveri. Nella Valle di Suze, in Svizzera, sant’Imerio, eremita. Predicò il Vangelo in quella regione. A Toledo, in Spagna, sant’Eugenio, vescovo. Si dedicò alla riforma liturgica. A Cambrai, in Francia, Santa Maxellendis, vergine e martire, che, come si narra, scegliendo Cristo come Sposo e rifiutando di seguire l’uomo a cui era stata promessa dai genitori, venne da costui uccisa con la spada. A Roma, presso San Pietro, san Nicola I, papa, che con gran vigore volle riaffermare l’autorità del Romano Pontefice su tutta la Chiesa di Dio. Nel monastero di Reole, in Guascogna, il transito di sant’Abbone, abate, molto dotto nelle Sacre Scritture e nelle lettere. Difese la disciplina monastica, favorì la pace e morì colpito da una lancia. Ad Ivrea, in Piemonte, il beato Varmondo, vescovo. Uomo di viva fede e di grande umiltà, difese la libertà della Chiesa dalle insidie dei potenti, costruì la Chiesa Cattedrale, favorì l’ordine monastico e promosse la scuola vescovile. A Cremona, sant’Omobono. Si distinse per la carità verso i poveri, nel raccogliere ed educare i fanciulli abbandonati e nel rappacificare le famiglie. A Roma, santa Agostina ( Livia ) Pietrantoni, vergine della Congregazione delle Suore della Carità. Servì nell’ospedale di Santo Spirito assistendo con dedizione eroica i malati, fino a che, da un ammalato preso da furore omicida, fu uccisa con un coltello. Nel villaggio di Simat de Villdigna, presso Valenza, il beato Giovanni Gonga Martinez, martire, che, infuriando la persecuzione contro la fede, sparse il proprio sangue per Cristo. In località Portichol de Tevernes, vicino a Carcaixent, in Spagna, la beata Maria de Patrocinio di san Giovanni Giner Gomis, vergine dell’Istituto delle Suore Missionarie Claretiane di Maria Immacolata e martire. Conseguì la vita eterna attraverso la battaglia per la fede durante la medesima persecuzione. |
14 Novembre
Ad Eraclea, in Tracia, san Teodoto, martire. A Ganga, in Paflagonia, sant’Ipazio, vescovo. Morì martire per Cristo, lapidato sulla via dagli eretici novaziani. Ad Avignone, in Francia, san Rufo, che viene considerato il primo capo della comunità cristiana di questa regione. Nell’isola di Bardsey, nel Galles Settentrionale, san Dubricio, vescovo e abate. A Trau, in Dalmazia, san Giovanni, vescovo, che, da eremita nel monastero camaldolese di Osorino, ordinato vescovo, difese con successo la città dalle minacce del re Colomanno. Ad Eu, in Francia, san Lorenzo O’Toole, vescovo di Dublino, che pur nella sua giovane età, promosse la disciplina ecclesiastica la concordia tra i principi e infine mentre si recava da Enrico, re d’Inghilterra, passò alla gioia della pace eterna. A Marienngaarde, in Olanda, san Siardo, abate, dell’Ordine dei Premostratensi. Rifulse per l’osservanza della regola e la generosità verso i poveri. In Algeria, nell’Africa del Nord, il beato Serpaio. Fu il primo membro dell’Ordine della Beata Maria della Mercede per il riscatto dei fedeli prigionieri e per la predicazione della fede cristiana, a meritare di ottenere la palma del martirio. A Gerusalemme, i santi Nicola Tavelic, Deodato Aribert, Stefano da Cuneo e Pietro da Narbona, presbiteri dell’Ordine dei Frati Minori e martiri. Avendo predicato apertamente nella pubblica piazza dinanzi ai Saraceni la religione cristiana e testimoniato con coraggio Cristo Figlio di Dio, vennero bruciati vivi. A Cacciamo, in Sicilia, il beato Giovanni Liccio, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, si distinse per l’amore verso il prossimo, propagò la preghiera del rosario e l’osservanza della disciplina regolare; morì a 111 anni. A Binh Dinh, nel Vietnam, santo Stefano Teodoro Cuenot, vescovo della Società delle Missioni Estere di Parigi e martire. Dopo 25 anni di attività apostolica, durante la persecuzione dell’imperatore Tu-Duc, gettato nella gabbia di un elefante, vi perì sfiancato dalle ferite. |
15 Novembre
Sant’Alberto Magno, vescovo e dottore della Chiesa. Entrato a Parigi nell’Ordine Domenicano, insegnò filosofia e teologia con la parola e con gli scritti. Fu maestro di san Tommaso d’Aquino e seppe ben amalgamare la sapienza dei santi con la scienza umana e naturale. Fu fatto vescovo di Ratisboma contro la sua volontà; cercò di pacificare i popoli, ma dopo un anno preferì agli onori la povertà dell’Ordine. Morì a Colonia, in Germania. Ad Ippona, in Numidia, 20 santi martiri di cui sant’Agostino celebrò la fede e il trionfo; tra loro si ha memoria solo del vescovo Fidenziano, di Valeriana e di Vittoria. A Edessa, in Siria, i santi martiri Guria, asceta e Samona, i quali, sotto l’imperatore Diocleziano, condannati a morte dopo aver subito numerose e crudeli torture dal prefetto Misiano, vennero decapitati. A Nola, in Campania, san Felice. Questa città lo onora per la sua dedizione pastorale e per il culto. In Francia, san Macùto, vescovo di Aleth, anglosassone di nascita. Si dice sia morto presso Saintes. A Cahors, in Francia, san Desiderio, vescovo. Costruì molte chiese e monasteri e anche edifici pubblici, ma non trascurò di guidare allo Sposo le anime, tempio di Cristo. Nel villaggio di Irschenberg, in Baviera, i santi martiri Marino, vescovo e Aniano. Presso Rouen, in Francia, san Sidonio, abate. Originario dell’Irlanda, condusse vita monastica prima e Jumieges, poi nell’isola di Erio, sotto la guida di san Filiberto; infine nel monastero da lui stesso fondato. A Rheinau, in Svizzera, san Fintano. Originario dell’Irlanda, visse per lungo tempo in un monastero e ancor più a lungo in una cella vicino alla chiesa, recluso per amore di Dio. Nel cenobio di Klosterneuberg, in Austria, la sepoltura di san Leopoldo, margravio d’Austria, il quale venne chiamato “Pio” ancora vivente. Fu fautore di pace e amico dei poveri e del clero. A Reading, in Inghilterra, i beati martiri Ugo Faringdon ( Cook ), abate dell’Ordine di san Benedetto, Giovanni Eynon e Giovanni Rugg, presbiteri, i quali si opposero con tenacia alle rivendicazioni di dominio del re Enrico VIII in ambito spirituale e per questo vennero accusati falsamente di cospirazione. Finirono impiccati di fronte al monastero e quindi orribilmente sventrati. A Glastonbury, ancora in Inghilterra, i beati martiri Riccardo Whiting, abate, Roger James e Giovanni Thorne, sacerdoti dell’Ordine di san Benedetto. Accusati falsamente di tradimento e di sacrilegio, vennero condotti al medesimo supplizio, sempre sotto Enrico VIII. A Ferrara, la beata Lucia Broccatelli, religiosa. Sia nel matrimonio che nel monastero del Terz’Ordine di san Domenico, pazientemente sopportò sofferenze e umiliazioni. A Nagasaki, in Giappone, il beato martire Caio Coreano, catechista. Venne gettato tra le fiamme per aver testimoniato Cristo. In località Caarò, in Paraguay, i santi Rocco Gonzàlez e Alfonso Rodrìguez, sacerdoti della Società di Gesù e martiri. Guadagnarono a Cristo le derelitte popolazioni indigene fondando i villaggi denominati “reducciones”, dove le arti e la vita sociale coniugavano con l’esperienza cristiana; per questo vennero assassinati con l’inganno da un sicario dello stregone locale. A Roma, san Giuseppe Pignatelli, sacerdote, restauratore della Compagnia di Gesù. Insigne per carità, umiltà e integrità dei costumi, operò sempre per la maggior gloria di Dio. A Mengo, in Uganda, san Giuseppe Mkasa Balikuddembè, martire. Prefetto del palazzo reale, dopo aver ricevuto il battesimo, portò molti giovani a Cristo e protesse i fanciulli di corte dai vizi del re Mwenga; per questo motivo, a soli 25 anni, venne decapitato per ordine del re infuriato. Fu la prima vittima della persecuzione scatenata da questo tiranno contro i cristiani. Presso Wadowice, in Polonia, san Raffaele Kalinowski di san Giuseppe, sacerdote. Mentre combatteva a fianco del suo popolo contro la potenza occupante, fu preso dai nemici e deportato in Siberia, dove dovette sopportare molte sofferenze e infine ritornato in libertà, entrò nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, che contribuì molto a far rifiorire. |
16 Novembre
Santa Margherita, la quale, nata in Ungheria e sposata con il re di Scozia Malcom III, diede alla luce otto figli, si spese per il bene del regno e della Chiesa e attese all’orazione e ai digiuni insieme con la generosità verso i bisognosi, dando così l’esempio do ottima moglie, madre e regina. Santa Gertrude, detta “la Grande”, la quale, fin dall’infanzia amante della solitudine, dello studio, delle lettere e soprattutto delle cose di Dio, entrò nel monastero cistercense di Helfta, in Germania, dove mirabilmente percorse la via della perfezione, attendendo all’orazione e alla contemplazione del Cristo Crocifisso. La sua morte avvenne il giorno seguente. A Capua, in Campania, i santi martiri Agostino e Felicita. Secondo la tradizione, patirono sotto l’imperatore Decio. Presso Bourges, in Francia, i santi Leocadio e Lusore, dei quali il primo, senatore ancora pagano, ricevette il primo annuncio della fede cristiana a Bourges e in quel villaggio della sua casa fece una chiesa; l’altro, suo figlio, si dice che sia morto “in albis”, cioè con l’alito dei catecumeni. A Lione, in Francia, sant’Eucherio, senatore. Inizialmente si trasferì con la sua famiglia in un’isola vicino a Lèrins, per condurre vita ascetica, in seguito poi fu eletto vescovo di Lione. Scrisse molti racconti sulla passione dei santi martiri. In Svizzera, sant’Otmàro, abate. Nel luogo dove san Gallo aveva fatto costruire una cella fondò un piccolo ospedale per i lebbrosi e un monastero sotto la regola di san Benedetto. Per averne difeso i diritti dai soprusi dei potenti circostanti, fu deportato in un’isoletta del Reno, dove morì esule. In Aquitania, sant’Emiliano, eremita, il quale, dal Veneto andato in Galizia, scavò in un rupe una cella e un oratorio e terminò i suoi giorni da recluso. Nel monastero di Cava, in Campania, il beato Simeone, abate. Nelle vicinanze di Sens, in Francia, sant’Edmondo Rich, vescovo di Canterbury, mandato in esilio per aver difeso i diritti della Chiesa, prese l’abito cistercense a Pontigny, dove morì, dopo una santa vita. Ad Assisi, in Umbria, nelle vicinanze di san Damiano, sant’Agnese, vergine, la quale, seguendo nel fiore della giovinezza le orme di sua sorella santa Chiara, abbracciò con grande amore la povertà sotto la guida di san Francesco. A York, in Inghilterra, il beato Edoardo Osbaldeston, sacerdote della Chiesa di Lancaster e martire. Allievo del seminario inglese di Reims, sotto la regina Elisabetta I, fu condannato a morte per impiccagione per essere entrato in Inghilterra come sacerdote cattolico. |
17 Novembre
Memoria di santa Elisabetta d’Ungheria. Ancora fanciulla fu promessa in sposa a Ludovico, langravio della Turingia, al quale dette tre figli. Rimasta vedova, dopo molte traversie superate con grande coraggio e già da tempo amante della meditazione delle cose celesti, si ritirò a Marburg, in Germania, in un nosocomio, che lei stessa aveva fatto costruire, abbracciando la povertà e dedicandosi totalmente alla cura degli infermi e alle necessità dei poveri fino all’ultimo giorno della sua vita, terminata a soli 25 anni. A Nuova Cesarea, nel Ponto, san Gregorio, vescovo. Fin dalla giovinezza abbracciò la fede cristiana e fu eletto vescovo; rimasto famoso per la dottrina, per le virtù e per le fatiche apostoliche e per i molti miracoli compiuti si meritò il titolo di “taumaturgo”. A Cesarea, in Palestina, i santi martiri Alfeo e Zaccheo. Nel primo anno della persecuzione dell’imperatore Diocleziano, per aver confessato con coraggio l’unicità di Dio e la regalità di Cristo, dopo atroci sofferenze, furono condannati alla pena capitale. A Cordova, in Spagna, sant’Acisclo, martire. Ad Orlèans, in Francia, sant’Aniano, vescovo. Confidò solo in Dio, con il cui aiuto, domandato sempre con preghiere e lacrime, liberò la sua città assediata dagli Unni. A Vienne, in Francia, san Namazio, vescovo. Si comportò rettamente sia quando ricoprì mansioni civili, sia quando resse la sede vescovile, che rese splendente con le sue virtù. A Tours, in Francia, san Gregorio, vescovo. Successe in questa sede a sant’Eufronio e scrisse con stile efficace e semplice la Storia dei Franchi. A Whitly, in Northumbria, santa Ilda, badessa. Accolse la fede e i sacramenti di Cristo e preposta alla guida del monastero, si adoperò totalmente alla riorganizzazione della vita regolare dei monaci e delle monache, nel difendere la pace e la concordia, nel promuovere il lavoro e la lettura delle Sacre Scritture, da ritenere che avesse compiuto in terra opere celesti. In Austria, san Fiorino, sacerdote e parroco. A Costantinopoli, san Lazzaro, monaco. Armeno di nascita, insigne pittore di sacre immagini, essendosi rifiutato di distruggere le sue opere, per ordine di Teofilo, imperatore iconoclasta, fu sottoposto a crudeli torture. Quando poi fu composta la disputa sul culto delle sacre icone, dall’imperatore Michele III fu inviato a Roma come ambasciatore, per sottoscrivere la pace e l’unità di tutta la Chiesa. In Sicilia, sant’Ugo, abate. Mandato da san Bernardo di Chiaravalle, diede inizio all’Ordine cistercense nell’isola e in Calabria. A Lincoln, in Inghilterra, sant’Ugo, vescovo. Da monaco cistercense, chiamato a reggere la chiesa di questa città, si comportò egregiamente sia nel difendere la libertà della Chiesa, sia nello strappare i Giudei dalle mani dei nemici. Vicino a Cracovia, in Polonia, la beata Salòme, regina d’Ungheria. Morto Colomanno, suo marito, professò la Regola delle Clarisse e poi resse santamente il monastero da lei stessa fondato. A Helfta, in Germania, la nascita di santa Gertrude, vergine, la cui memoria si celebra il 16 Novembre. Ad Asunciòn, in Paraguay, san Giovanni del Castello, sacerdote gesuita e martire, il quale, in un villaggio denominato “reducciòn”, proprio in quell’anno fondato da san Rocco Gonzàlez e affidato alle sue cure, per ordine di uno stregone fu sottoposto a indicibili supplizi e poi, per amore di Cristo, lapidato. A Nagasaki, in Giappone, i santi martiri Giordano ( Giacinto ) Ansatone, Tommaso Hioji Kokuzayemon Nishi, sacerdoti domenicani, dei quali il primo fu mandato a predicare il Vangelo dapprima nelle Isole Filippine, poi in Giappone; l’altro invece solerte propagatore della fede prima nell’isola di Formosa e poi nella sua patria, nei dintorni di Nagasaki, fin quando tutti e due trovarono il martirio sotto lo shogun Tokugawa Yemitsu, morendo dopo sette giorni di torture appesi alla forca e rinchiusi in una fossa. Su una nave-prigione ancorata al largo di Rochefort, in Francia, il beato Lupo Sebastiano Hunot, sacerdote di Sens e martire. Al tempo della Rivoluzione Francese, preso e rinchiuso in una fetida nave per la sola colpa di essere sacerdote, portò a termine il suo martirio consumato dalla febbre, dopo aver sopportato ogni genere di sofferenze. Nella città di Capaivca, in Ucraina, il beato Giosafat Kocylivskyj, vescovo di Przemysl e martire. Rese la sua anima come fedele discepolo di Cristo, quando la sua patria era oppressa da un regime ostile alla legge di Dio. |
18 Novembre
Dedicazione delle basiliche dei santi Apostoli Pietro e Paolo, delle quali la prima, costruita sul colle Vaticano dall’imperatore Costantino sopra il sepolcro di san Pietro, divenuta fatiscente per la vetustà, fu ricostruita in forme più ampie e maestose e proprio in questo giorno di nuovo consacrata; la seconda, costruita dagli imperatori Teodosio e Valentiniano, distrutta da un terribile incendio e riedificata dalle fondamenta, venne dedicata il 10 Dicembre. Con la odierna celebrazione delle due basiliche, viene in qualche modo significata la fraternità degli Apostoli e l’unità della Chiesa. Ad Antiochia, in Siria, il santo martire Romano, diacono della Chiesa di Cesarea. Al tempo della persecuzione dell’imperatore Diocleziano, avendo constatato che i cristiani obbedivano alle leggi imperiali e adoravano le statue degli idoli e avendoli esortati pubblicamente a rimanere saldi nella fede, dopo atroci tormenti e il taglio della lingua, strangolato in carcere con un laccio, portò a termine il suo illustre martirio. A Colombières, in Francia, san Patroclo, sacerdote, eremita e missionario. In Bretagna, san Maudeto, abate. Condusse vita monastica in un’isola deserta e maestro di spiritualità, annoverò molti santi tra i suoi discepoli. A Costanza, in Germania, san Romacario, vescovo. In Francia, san Teofredo, abate e martire. A Tours, in Francia, sant’Oddone, abate di Cluny. Ristabilì l’osservanza monastica secondo la regola di san Benedetto e la disciplina di san Benedetto di Aniane. A Nagasaki, in Giappone, i beati martiri Leonardo Rimura, religioso gesuita, Andrea Murayama Tokuan, Cosma Takeya, Giovanni Yoshida Shoun e Domenico Jorge; furono arsi vivi perché cristiani. A Saint-Charles, nel Missouri, Stati Uniti d’America, santa Filippina Duchesse, vergine delle Suore del Sacro Cuore di Gesù. Nata in Francia, durante la Rivoluzione Francese radunò alcune sorelle e partì per l’America, dove fondò molte scuole. Presso Frosinone, in Italia, il beato Grimoaldo della Purificazione ( Ferdinando ) Santamaria, religioso passionista. Mentre con animo gioioso si preparava al sacerdozio, morì santamente, stroncato da malattia. Nel villaggio di Wal-Ruda, in Polonia, la beata Carolina Kozka, vergine e martire. Durante la guerra, accoltellata per aver voluto difendere la sua castità dall’aggressione di un soldato, morì ancora adolescente per Cristo. Vicino a Madrid, in Spagna, le beate martiri Maria del Rifugio ( Maria Gabriela ) Hinojosa y Naveros e cinque compagne, vergini dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria. Durante la persecuzione, rifugiatesi nel monastero, ma con inganno catturate dai miliziani, raggiunsero Cristo, lo Sposo, uccise a fucilate. |
19 Novembre
Il ricordo di sant’Abdìa, profeta, il quale, dopo l’esilio del popolo d’Israele, annunziò l’ira del Signore contro le popolazioni nemiche. A Cesarea di Cappadocia, san Massimo, corepiscopo e martire. Nel villaggio di Brenne, in Francia, i santi martiri Severino, Essuperio e Feliciano. Ad Antiochia, in Siria, san Barlaam, martire, il quale, contadino e illetterato, ma fornito della sapienza di Cristo, costretto a gettare nel fuoco una manciata d’incenso, non ritirò la mano finchè la carne non si bruciò e per la sua invincibile costanza il tiranno le fece uccidere. Ad Eraclea, nella Tracia, il ricordo delle 40 sante donne, vergini, vedove e martiri. Nel villaggio di Velay, in Francia, sant’Eudone, abate. Nel monastero di Helfta, in Germania, santa Mechitilde, vergine. Donna di sublime dottrina e umiltà, le fu concesso il grande dono della contemplazione mistica. A Mantova, il beato Giacomo Benfatti, vescovo domenicano. Riportata la pace in città, si adoperò per liberare il popolo dalla peste e dalla fame. In località Garraf, in Spagna, i beati martiri Eliseo Garcìa, religioso salesiano ed Alessandro Planas Saurì. Durante la persecuzione contro la fede, meritarono di essere associati al sacrificio redentore di Cristo. |
20 Novembre
Ad Antiochia, in Siria, san Basilio, martire. Nella città di Ecija, in Spagna, san Crispino, vescovo e martire. Nella Mesia, san Dasio, martire. A Torino, i santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore. A Vercelli, san Teonesto, martire. in suo onore il vescovo sant’Eusebio edificò una basilica. A Benevento, in Campania, san Doro, vescovo. In Francia, san Silvestro, vescovo. Nel 42esimo anno del suo sacerdozio, passò al Signore pieno di virtù. In Inghilterra, sant’Edmondo, re dell’Anglia orientale e martire. Catturato in guerra durante l’invasione normanna, fu ucciso con il nome di Cristo sulle labbra. A Costantinopoli, san Gregorio Decapolitano, monaco. Condusse prima vita monastica, poi anacoretica; fattosi pellegrino, si fermò per lungo tempo a Tessalonica e poi a Costantinopoli, dove combattendo con grande zelo l’iconoclastia, rese l’anima a Dio. A Hildesheim, in Germania, san Bernvardo, vescovo. Difese il suo gregge dagli invasori, riportò la disciplina nel clero con diversi sinodi e favorì la vita monastica. In Calabria, san Cipriano, abate. Preservò e custodì con grande forza le istituzioni e le usanze della Chiesa d’Oriente, austero verso se stesso, generoso con i bisognosi e buon consigliere per tutti. Ad Hanoi, in Vietnam, il santo martire Francesco Saverio Can, catechista. Fu strangolato e poi decapitato per la fede al tempo dell’imperatore Minh Mang. A Veroli, nel Lazio, la beata Maria Fortunata ( Anna Felice ) Viti, benedettina. Per quasi tutta la sua vita si occupò del guardaroba, sempre scrupolosa nell’osservanza delle prescrizioni della Regola. Vicino a Valenza, in Spagna, le sante vergini e martiri Angela di san Giuseppe ( Francesca ) Lloret Martì e 14 compagne, delle quali la prima Superiora generale, le altre, religiose della Congregazione della dottrina cristiana; furono uccise per la loro fede in Cristo nella persecuzione contro la Chiesa durante la guerra civile. In località Picadero de Paterna, villaggio vicino a Valenza, sempre in Spagna, la beata martire Maria dei Miracoli Ortelles Gimeno, vergine dell’Ordine delle Clarisse Cappuccine; per la testimonianza di Cristo uccisa durante la stessa guerra civile. |
21 Novembre
Memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria. Il giorno dopo la dedicazione della basilica di Santa Maria Nuova, presso il muro del tempio di Gerusalemme, si celebra quella “dedicazione” che la futura Madre di Dio fece a Dio di se stessa fin dall’infanzia, mossa dallo Spirito Santo, della cui grazia era stata ricolma nella sua Immacolata Concezione. San Rufo, che l’apostolo Paolo scrivendo ai Romani chiama “l’eletto da Dio”. A Porec, in Istria, san Mauro, vescovo e martire. A Cesarea di Palestina, sant’Agapio, martire. Più volte torturato, ma sempre scampato alla prova più impegnativa, fu condotto nell’anfiteatro davanti allo stesso Massimino per essere sbranato da un orso e poiché ancora agonizzava, il giorno dopo fu gettato in mare appesantito con grossi massi. A Roma, presso San Pietro, san Gelasio I, papa, uomo famoso per erudizione e per santità, il quale, perché il potere imperiale non nuocesse all’unità della Chiesa, fu il primo a sostenere l’indipendenza, nella propria sfera, del potere spirituale e del potere temporale. Mosso da un grande amore e dalla generosità verso i bisognosi, morì poverissimo. A Cesena, in Emilia, san Mauro, vescovo. A Roma, la beata Maria di Gesù Buon Pastore ( Francesca ) Siedliska, vergine. Emigrata dalla Polonia a causa della grande povertà della nazione, fondò l’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth, per la cura dei profughi della sua patria. |
22 Novembre
Memoria di santa Cecilia, vergine e martire. Secondo la tradizione, guadagnò una duplice palma, quella conseguita a Roma nel cimitero di Callisto, sulla via Appia e quella della dedicazione al suo nome della Basilica di Trastevere. A Colossi, nella Frigia, san Filèmone. L’apostolo Paolo si compiace del suo amore e della sua fede nel Signore Gesù. Insieme con lui si venera santa Appia, sua moglie. Ad Arbela, in Persia, il santo martire Anania. Durante la persecuzione del re Sàpore II, per ordine del capo degli stregoni Ardisag, fu catturato e per tre volte così ferocemente flagellato tanto che i carnefici, credendolo morto, lo abbandonarono sulla piazza. Ma la notte successiva, alcuni cristiani lo portarono nella sua dimora, dove rese l’anima a Dio. A Milano, san Benigno, vescovo. Durante l’invasione dei Barbari governò la chiesa a lui affidata con grande coraggio e discrezione. Ad Autun, in Francia, san Prammazio, vescovo. Sulle rive del fiume Zihun, in Cilicia, i beati martiri Salvatore Lilli, sacerdote dell’Ordine dei frati Minori, Giovanni, figlio di Balzo e altri sei compagni, di nazionalità armena. Richiesti da soldati ottomani di rinnegare Cristo e avendo constatato che non intendevano tradire la propria fede, vennero trafitti a morte e così passarono al regno eterno. Nel villaggio di Troria, in Italia, il beato Tommaso Reggio, arcivescovo di Genova. Associando l’affabilità dei modi con l’austerità della vita, ristabilì la concordia civile e aiutò gli indigenti, facendosi soprattutto carico delle difficoltà di ogni essere umano. Nella città di Teocaltitlàn, in Messico, san Pietro Esqueda Ramìrez, sacerdote e martire. Durante la persecuzione messicana fu incarcerato a causa del suo sacerdozio e poi fucilato. Nella città di Paterna, in Spagna, i beati martiri Elia ( Giuliano ) Torrido Sànchez e Bertrando ( Francesco ) Lahoz Moliner, religiosi dell’Istituto delle Scuole Cristiane. Fortificati dall’esempio di Cristo, nella persecuzione contro la religione, meritarono di raggiungere il premio eterno promesso per coloro che hanno perseverato nella fede. |
23 Novembre
Memoria del papa san Clemente I, martire. Terzo successore del beato apostolo Pietro, resse la Chiesa di Roma e scrisse una memorabile lettera agli abitanti di Corinto per rinsaldare la pace e la concordia tra di loro. Oggi si ricorda la sepoltura del suo corpo a Roma. Memoria di san Colombano, abate. Nato in Irlanda, fattosi pellegrino per amore di Cristo per evangelizzare le popolazioni della Gallia, fondò tra molti altri il monastero di Luxeuie, che lui stesso resse con severa disciplina. Costretto all’esilio, attraversò le Alpi e fondò l’abbazia di Bobbio in Liguria, celebre per disciplina e scienza, dove morì avendo ben meritato per la Chiesa e proprio in questo giorno ci fu la sepoltura del suo corpo. A Roma, nel cimitero di Massimo, sulla via Salaria Nuova, santa Felicita, martire. A Chusi, in Toscana, santa Mustìola, martire. A Cìzico, in Grecia, san Sisinnio, vescovo e martire. Si dice che sia stato ucciso con la spada dopo aver subito terribili torture nella persecuzione dell’imperatore Diocleziano. A Metz, in Francia, san Clemente. Viene considerato il primo vescovo di questa città. A Mèrida, in Spagna, santa Lucrezia, martire. A Iconio, nella Cappadocia, sant’Anfilochio, vescovo. Compagno nell’eremo e collega nell’episcopato dei santi Basilio e Gregorio Nazianzeno, illustre per santità e dottrina, sostenne molte battaglie per la fede cattolica. A Parigi, in Francia, san Severino. Rinchiuso in una cella attese alla contemplazione delle cose divine. Ad Agrigento, in Sicilia, san Gregorio, vescovo. Sembra che abbia scritto molti trattati per far conoscere i segreti di Dio ai profani. In Belgio, san Trudone, sacerdote. Sulla sua proprietà costruì a Metz una chiesa con attiguo monastero e vi radunò molti discepoli. Ad Alba, in Piemonte, la beata Margherita di Savoia. Rimasta vedova, rese l’anima a Dio nel monastero delle Suore domenicane, che lei stessa aveva fondato. A Seoul, in Corea, santa Cecilia Yu So-sa, martire. Rimasta vedova, privata di tutti i suoi beni e incarcerata a causa della fede, per 12 volte portata in giudizio e altrettante sottoposta alla fustigazione, morì in carcere quasi ottuagenaria. A Guadalupe, in Messico, il beato Michele Agostino Pro, sacerdote gesuita e martire. Durante la persecuzione contro la Chiesa, ritenuto ispiratore di un attentato, fu condannato senza prove alla pena capitale e conseguì la palma del martirio, che tanto aveva desiderato. A Madrid, in Spagna, la beata Maria Cecilia (Maria Felicita) Cendoya y Araquistain, vergine dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria e martire. Durante la grande persecuzione spagnola, essendo state arrestate le sue consorelle, spontaneamente in quella stessa notte si consegnò ai miliziani e insieme con le sue compagne confermò la testimonianza di fede con il supremo sacrificio. |
24 Novembre
Memoria dei santi martiri Andrea Dung Lac, sacerdote e compagni. In una comune celebrazione vengono infatti venerati 117 martiri uccisi nel Tonchino, nell’Annam e nella Cocinchina, oggi Vietnam, regioni dell’Asia. Tra di loro si annoverano otto vescovi, moltissimi sacerdoti e un’innumerevole moltitudine di fedele laici, uomini e donne, di ogni condizione ed età. Tutti preferirono l’esilio, il carcere, le torture e ogni altro genere di patimenti, piuttosto che calpestare la croce e abiurare la propria fede. Ad Aquileia, nel Veneto, san Crisogono, martire. Viene ricordato a Roma nel giorno dell’anniversario della dedicazione della chiesa intitolata al suo nome. Ad Amelia, in Umbria, santa Firmina, martire. A Milano, san Protasio, vescovo. Abbracciò la causa di sant’Atanasio contro l’imperatore Costante e partecipò al Concilio di Sàrdica. A Blaye, in Francia, san Romano, sacerdote. A Cork, in Irlanda, san Colman, vescovo di Clone. Nella Savoia, san Ponziano, abate. Servo fin dalla giovinezza, cercò rifugio e libertà presso il monastero, dove, divenuto monaco e poi abate, morì in età avanzata, stroncato dai digiuni. A Cordova, in Spagna, le sante vergini e martiri Flora e Maria. Durante la persecuzione dei Mori, furono messe in carcere insieme con sant’Eulogio e poi decapitate. A Reims, in Francia, sant’Alberto di Lovanio, vescovo di Liegi e martire. Per aver difeso i diritti della Chiesa, mandato in esilio, nello stesso anno fu consacrato vescovo e ucciso. Nel monastero di Cava, in Campania, il beato Balsamo, abate. Tra le turbolenze e le contese del suo tempo adempì le sue mansioni con sapienza e prudenza. Nella città di Dong Hoi, nell’Annam, i santi martiri Pietro Dumoulin-Borie, vescovo della Società delle Missioni Estere di Parigi, Pietro Vo Dang Khoa e Vincenzo Nguyen The Diem, sacerdoti. Il primo fu decapitato, gli altri strangolati per ordine dell’ imperatore Minh Mang. A Milano, la beata Maria Anna Sala, vergine della Congregazione delle Suore di Santa Marcellina. Dedicò tutta la sua esistenza all’educazione delle giovani, supportata dalla fede e dal profondo senso del dovere. Nel villaggio di Picadero de Paterna, in Spagna, le beate martiri Niceta della Santa Prudenza Plaja Xifra e compagne, vergini dell’Istituto delle Suore Cristiane, le quali, con le lampade accese, meritarono di entrare nelle nozze eterne con Cristo Sposo. |
25 Novembre
Santa Caterina, della quale si narra che sia stata una vergine di Alessandria e martirizzata, donna dotata di acuta intelligenza, di erudizione e di fortezza d’animo. Il suo corpo si venera nel celebre monastero sul monte Sinai. A Cesarea di Cappadocia, san Mercurio, martire. A Roma, san Mosè, sacerdote e martire. Essendo stato ucciso il papa san Fabiano, al tempo dell’imperatore Decio, insieme con il collegio dei presbiteri, si prese cura dei fedeli cristiani, considerò giusto riammettere nella Chiesa le persone malate e in fin di vita cadute nell’apostasia. Durante la lunga incarcerazione incoraggiò i fratelli attraverso le lettere di san Cipriano di Cartagine e infine coronò la sua vita con un glorioso martirio. Ad Alessandria d’Egitto, san Pietro, vescovo e martire, uomo dotato di tutte le virtù. Inaspettatamente condannato a morte per ordine dell’imperatore Massimiano, fu l’ultima vittima e il sigillo di una spaventosa persecuzione contro la Chiesa. Insieme con lui si ricordano tre santi vescovi egiziani, Esichio, Pacomio e Teodoro e molti altri, che ancora ad Alessandria e nella stessa persecuzione furono assassinati e portati in cielo da una spada crudele. In Numidia, san Màrcolo, vescovo. Si racconta che al tempo dell’imperatore Costante, gettato in una rupe da un certo Macario, sia morto martire. Ad Angen, in Germania, san Maurino, martire, il quale, recatosi ad evangelizzare la gente di quei luoghi, si dice sia stato trucidato dai pagani. In Francia, la beata Beatrice di Ornacieux, vergine certosina. Insigne per l’amore della croce, visse e morì nella più grande povertà nel monastero da lei stessa fondato. A Reute, in Germania, la beata Elisabetta, conosciuta come “la buona piccola Betty”, vergine. Visse come reclusa in un convento del Terz’Ordine di san Francesco, coltivando l’umiltà, la povertà e la macerazione del corpo. A Seoul, in Corea, san Pietro Yi Ho-yong, catechista e martire. Insieme con sua sorella Agata Yi So-sa, fu catturato dai soldati ed essendo rimasto saldo nella professione della fede, gli vennero spezzate le ossa per tre volte e fu tenuto in carcere per quattro anni, dove poi morì. Fu il primo della gloriosa schiera di martiri di questa nazione. Nel villaggio di Puebla de Hijar, in Spagna, il beato Giacinto Serrano Lopez, sacerdote domenicano e martire, fucilato durante la persecuzione contro la Chiesa. Insieme con lui si ricorda il beato martire Giacomo Meseguer Burillo, anche lui sacerdote domenicano, che combattè un’egregia battaglia a Barcellona in un giorno imprecisato. |
26 Novembre
A Roma, nel cimitero di Priscilla, sulla via Appia Nuova, san Silicio, papa. Sant’Ambrogio lo loda come guida che, mentre porta il peso di tutti i vescovi, nello stesso tempo li ammaestra con gli scritti dei santi Padri e li conferma con la sua autorità apostolica. Ad Adrianopoli, nella Paflagonia, sant’Alipio, diacono e stilita. A Costanza, in Germania, san Corrado, vescovo. Fu un ottimo pastore del suo gregge e distribuì con larghezza i suoi beni a favore della Chiesa e dei poveri. Nel Peloponneso, san Nicòne, monaco, il quale, dopo aver condotto vita cenobitica ed eremitica in Asia, si adoperò per riportare sulla retta via gli abitanti dell’isola di Creta, appena liberata dal giogo dei Saraceni; passò poi in Grecia a predicare la penitenza e infine nel monastero di Sparta, da lui costruito, dove morì. A Fratta, nel territorio di Rovigo, san Bellino, vescovo di Padova e martire, il quale, esimio difensore dei diritti della Chiesa, venne aggredito da alcuni spietati sicari, morendo poi per le numerose ferite riportate. Nel monastero dei Cononici Regolari di Sixt, in Sabaudia, il beato Ponzio di Faucigny, il quale, un tempo abate di Abondance, volle morire da semplice religioso dopo aver rinunciato alla carica. Presso Fabriano, nelle Marche, san Silvestro Gozzolini, abate. Avendo compreso la vanità delle cose davanti alla tomba di un amico appena morto, decise di ritirarsi in un eremo e dopo vari cambiamenti di sede, per sfuggire alla curiosità della gente, finalmente si fermò in un luogo isolato sul monte Fano, dove pose le fondamenta della Congregazione dei Monaci Silvestrini, sotto la regola di san Benedetto. Ad Apt, in Francia, la beata Delfina, moglie di sant’Elzeario de Sabran, con il quale fece voto di castità e dopo la sua morte vissein povertà e in preghiera. A York, in Inghilterra, i beati martiri Ugo Taylor, sacerdote e Marmaduke Bowes. Il primo, ancora giovane, per essere entrato in Inghilterra come sacerdote e il secondo, più attempato, per averlo in qualche modo aiutato, furono condannati all’impiccagione, sotto la regina Elisabetta I. A Bisignano, in Calabria, il beato Umile (Luca Antonio) Pirozzo, religioso dell’Ordine dei Frati Minori, illustre per spirito di profezia e per estasi. A Roma, nel convento di san Bonaventura, sul Palatino, san Leonardo da Porto Maurizio, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori. Pieno di zelo per la salute delle anime, spese tutta la sua vita nella predicazione, nella stampa di libri di devozione e nelle 300 e più sacre missioni a Roma, in Corsica e nell’Italia Settentrionale. Nella città di Nam Dinh, in Vietnam, i santi martiri Tommaso Dinh Viet Du e Domenico Nguyen Van (Doan) Xuyen, sacerdoti domenicani, decapitati per decreto dell’imperatore Minh Mang. |
27 Novembre
Presso il fiume Cea, in Spagna, i santi martiri Facondo e Primitivo. A Grumento, in Lucania, san Laverio, martire. Ad Aquileia, nel Veneto, san Valeriano, vescovo. Difese la fede ortodossa contro gli ariani nell’Illirico e consigliò la vita comune ai chierici. In Persia, san Giacomo l’Interciso, martire. al tempo dell’imperatore Teodosio, avendo rinnegato Cristo per conservarsi il favore del re Yazdigerd, fortemente rimproverato dalla madre e dalla moglie, si pentì e con grande coraggio professò la sua fede davanti a Varham, figlio e successore di Yazdigerd; per questo il re, adirato, lo condannò a morte con una sentenza che comportava il taglio delle membra. “Interciso” appunto significa “tagliato a pezzi”. A Riez, in Francia, san Massimo, prima abate del monastero di Lèrins e poi vescovo di Riez. In Francia, sant’Eusicio. Si costruì una cella ai margini di un fiume. A Carprentas, in Francia, san Siffrido, vescovo. A Noyon, sempre in Francia, sant’Acario, vescovo, che, da monaco di Lexeuil, eletto pastore della Chiesa di Noyon e di Tournay, si prodigò nell’evangelizzazione delle popolazioni di queste regioni. A Magonza, in Germania, santa Bililde, vergine. Costruì un monastero, dove santamente morì. In Scozia, san Fergus, vescovo. Si dice che sia stato il pastore di queste popolazioni. A Salisburgo, in Austria, san Virgilio, vescovo. Uomo di grande cultura, irlandese di nascita, con il favore del re Pipino, fu consacrato vescovo della Chiesa di Salisburgo, dove costruì la Basilica Cattedrale in onore di san Ruperto e si prodigò per evangelizzare gli abitanti della Carinzia. Nella Bretagna, san Gulstano, monaco. Sfuggito da giovane dalle mani dei pirati e accolto da san Felice, allora eremita, nel monastero di san Gildas a Rhuys, rimase famoso per il fatto che, sebbene illetterato, recitasse a memoria tutto il salterio e ammaestrasse la gente del mare. A L’Aquila, in Abruzzo, il beato Bernardino da Fossa, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori. Propagò la fede cattolica in più regioni d’Italia. A Nagasaki, in Giappone, i beati martiri Tommaso Koteda Kiuni e dieci compagni. Vennero decapitati in odio alla fede per ordine del governatore Gonzuku. Nel campo di prigionia di Dachau, vicino a Monaco di Baviera, in Germania, il beato Bronislao Kostowski, martire, il quale, deportato in tempo di guerra dalla Polonia militarmente occupata, segnato durante la detenzione da terribili sofferenze, conseguì la palma del martirio. |
28 Novembre
A Sebaste, in Armenia, il santo martire Irenarco. Addetto alle torture, si convertì a Cristo per la forza d’animo delle donne cristiane e per questo venne decapitato sotto l’imperatore Diocleziano e il governatore Massimo. In Africa, la memoria dei santi martiri Papiniano Vitense e Mansueto Urusitano, vescovi, i quali, al tempo della persecuzione vandalica, per aver difeso la fede cattolica contro il re ariano Genserico, crudelmente martoriati in tutto il corpo con lame incandescenti, portarono a termine la loro gloriosa battaglia. In quel tempo, anche altri santi vescovi, come Urbano Girbitano, Crescenzo Bizaciense, Habetdeus Teudalense, Eustrazio Sufetano, Cresconio Oeense, Vico Sabratense, Felice Adrumetano e in seguito, sotto Unnerico, figlio di Genserico, Ortolano Bennefense e Fiorenzano Midilense, vennero mandati in esilio e coronarono la loro vita come confessori della fede. A Costantinopoli, santo Stefano il Giovane, monaco e martire. Sotto l’imperatore Costantino Coprònimo, sottoposto a svariate torture per aver difeso il culto delle sacre immagini, confermò con lo spargimento del proprio sangue la verità cattolica. A Napoli, in Campania, la sepoltura di san Giacomo del Piceno, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, illustre per la predicazione e per l’austerità di vita. A York, in Inghilterra, il beato Giacomo Thomson, sacerdote e martire. Condannato a morte sotto la regina Elisabetta I per aver riconciliato molti con la Chiesa Cattolica, venne consegnato al patibolo. Nel villaggio di Kham Duong, nell’Annam, sant’Andrea Tran Van Trong, martire. venne decapitato, dopo aver patito il carcere e atroci torture, sotto l’imperatore Minh Mang, per essersi rifiutato di calpestare la croce. A Paracuellos del Jarama, presso Madrid, in Spagna, i beati martiri Giovanni Gesù (Mariano) Adradas Gonzalo, sacerdote e 14 compagni, religiosi dell’Ordine di san Giovanni di Dio. In tempo di persecuzione, terminarono il loro corso con una gloriosa passione. Nel villaggio di Picadero de Paterna, vicino a Valenza, in Spagna, il beato Luigi Campos Gòrriz e 14 compagni, martiri. Durante la medesima persecuzione contro la fede, coronarono con una morte gloriosa, una vita dedicata con zelo e passione all’apostolato e alle opere di carità. |
29 Novembre
A Roma, nel cimitero di Traso, sulla via Salaria Nuova, san Saturnino di Cartagine, martire. come testimonia il papa san Damaso, in patria venne sottoposto a tortura per Cristo, sotto l’imperatore Decio e quindi mandato in esilio a Roma, dove, superati altri atroci tormenti, convertì alla fede il tiranno Graziano e conseguì la corona del martirio per decapitazione. A Tolosa, in Francia, san Saturnino, vescovo e martire. come si narra, al tempo dell’imperatore Decio, venne condotto al Campidoglio di questa città dai pagani e scaraventato giù dalla sommità della rocca; così, con la testa sfracellata e il resto del corpo dilaniato, rese l’anima a Cristo. Ad Ancira, in Galazia, san Filomeno, martire. Durante la persecuzione dell’imperatore Aureliano, sotto il governatore Felice, legato e dato alle fiamme, poi trafitto alle mani, ai piedi e alla testa, portò a compimento il suo martirio. A Todi, in Umbria, santa Illuminata, vergine. A Deventer, in Olanda, la traslazione delle spoglie di san Radbodo, vescovo di Utrecht, pastore dotto e prudente. Morì durante una visita ai contadini. A York, in Inghilterra, il beato Edoardo Burden, sacerdote e martire. terminati gli studi nel seminario inglese di Reims e divenuto sacerdote, fece ritorno in patria al tempo della regina Elisabetta I: per questo portò a compimento il suo martirio sul patibolo davanti ad una folla inferocita. Sempre a York, otto anni dopo, i beati Giorgio Errington, Guglielmo Gibson e Guglielmo Knight, martiri. Essendo stati proscritti per il solo fatto di essere sacerdoti cattolici, vennero consegnati per questo al martirio, attraverso svariati e atroci tormenti. Nell’isola di Aceh, a Sumatra, i beati martiri Dionigi della Natività (Pietro) Berthelot, sacerdote e Redento della Croce (Tommaso) Rodriguez, religioso dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, i quali, dapprima furono ridotti in schiavitù e in seguito uccisi sulla riva del mare a colpi di freccia e di spada. A Lucera, nelle Puglie, san Francesco Antonio Fasani, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. Uomo di raffinata dottrina, supportato da un amore profondo per la predicazione e la penitenza, prese talmente a cuore i poveri e i bisognosi, da non indugiare a spogliarsi per vestire un mendicante e a venire in aiuto a tutti quelli che si trovavano nel bisogno. In località El Saler, in Spagna, il beato Alfredo Simòn Colomina, sacerdote gesuita e martire. Nel corso della persecuzione contro la Chiesa, confermò col suo stesso sangue la propria fedeltà al Signore. |
30 Novembre
Festa di sant’Andrea, apostolo. Nato a Betsaida, fratello di Simon Pietro e come lui pescatore, fu il primo fra i discepoli di Giovanni il Battista ad essere chiamato dal Signore Gesù; lo seguì e condusse da Lui anche il fratello. Dopo la Pentecoste, come si narra, predicò il Vangelo in Grecia e venne crocifisso a Patrasso, in Acaia. E’ venerato dalla Chiesa di Costantinopoli come proprio illustrissimo patrono. A Milano, in Lombardia, san Miroclète, vescovo, del quale fa menzione sant’Ambrogio, come uno dei suoi più fidati predecessori. Nella Bretagna, san Tugdual, detto Pabu, abate e vescovo. Fondò un monastero a Trèguier. In Francia, il beato Giovanni da Vercelli, sacerdote. Maestro generale dell’Ordine dei Predicatori, divulgò la devozione al santo nome di Gesù. A Ratisbona, in Germania, il beato Federico, religioso dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, il quale, solerte falegname, eccelse per l’amore alla preghiera, all’obbedienza e alla carità. A Launceston, in Inghilterra, san Cutberto Mayne, sacerdote e martire. Abbracciata la fede cattolica e ordinato sacerdote, esercitò il suo ministero in Cornovaglia, finchè, condannato a morte sotto la regina Elisabetta I per non aver sottoscritto l’ “Atto di supremazia”, venne consegnato al supplizio del patibolo. Fu il primo martire del Collegio Inglese di Donai. A York, ancora in Inghilterra, il beato Alessandro Crow, sacerdote e martire. Da umile sarto divenuto sacerdote, fu condannato al patibolo perché sacerdote cattolico, al tempo della regina Elisabetta I. Così confezionò gloriosamente la veste del suo martirio. A Quxian, nella provincia cinese del Sichuan, san Taddeo Liu Ruiting, sacerdote e martire. Venne strangolato in odio alla fede. Nei pressi di Huem, nell’Annam, san Giuseppe Marchand, sacerdote della Società delle Missioni Estere di Parigi e martire. Venne condannato al supplizio delle “100 piaghe” sotto l’imperatore Minh Mang. A Paracuellos del Jarama, presso Madrid, in Spagna, i beati martiri Michele Ruedas Mejìas e sei compagni, religiosi dell’Ordine di san Giovanni di Dio, conosciuti per la loro esemplare testimonianza cristiana. Durante la persecuzione migrarono al Signore per mano dei nemici della fede. A Valenza, sempre in Spagna, il beato martire Giuseppe Otìn Aquilè, sacerdote salesiano, il quale pervenne vittorioso, per la costanza della sua fede, al regno dei cieli, nel corso della medesima persecuzione. Nel campo di prigionia di Dachau, presso Monaco di Baviera, in Germania, il beato martire Ludovico Rocco Gientyngier, sacerdote. Al tempo dell’occupazione militare della Polonia, trovò la morte a motivo delle numerosi ferite riportate per i colpi infertigli dagli aguzzini, seguaci del regime nemico di Dio. |